DAL MAL DI TESTA ALL’ICTUS
Medici a confronto per capire come diagnosticare in tempo una particolare cefalea che può risultare letale
| Laura Tuveri |
TREVISO - Il fastidioso mal di testa, o meglio cefalea, spesso può essere il sintomo di qualche cosa di ben più grave, ovvero essere un segnale di un ictus in arrivo. Spesso, infatti, un’improvvisa cefalea causata da una microfissurazione di un aneurisma cerebrale viene sottovalutata e confusa con una comune emicrania.
Per fortuna una corretta diagnosi precoce può salvarci la vita. Il mal di testa in questione compare all’improvviso, senza cause scatenanti, per esempio, stress, sforzi fisici o altri sintomi collegati ad un raffreddore o al dolore premestruale. Colpisce alla nuca e non passa assolutamente dopo aver assunto un analgesico. Essendo sintomi estremamente difficili da individuare spesso i medici di base non sono in grado fare una diagnosi appropriata ed è per questo che oggi, lunedì 15 novembre, e il 22 novembre è in programma, presso la sede dell’Ordine dei medici di Treviso, adiacente al Ca’ Foncello, un percorso formativo in due sessioni ricolto non solo ai medici di medicina generale, ma anche a medici di chirurgia d’urgenza e riabilita tori, soprattutto se freschi di laurea e quindi con poca esperienza.
L’iniziativa è organizzata dal dott. Frandesco Di Paola, responsabile della Neuroradiologia di Treviso in collaborazione con il responsabile della Neurochirurgia prof. Longatti. Viene, pertanto, considerato fondamentale il ruolo dei medici “di base”, visto che sono coloro i quali vi ècon approccio più generico e ricorrente da parte della maggioranza della popolazione che devono riuscire priam a fare un corretto piano diagnostico e quindi terapeutico. Ma è importante che anche i colleghi che si occupano di altre branche siano in grado di riconoscere per tempo, per una precoce e corretta diagnosi salva vita la rottura di aneurisma intracranico.
In Italia sono circa 2 italiani su 100 i portatori di aneurismi cerebrali. Ogni anno circa 8 mila aneurismi sono a rischio di rottura e sanguinamento nello spazio subaracnoideo che circonda il cervello. L’emorragia sub aracnoidea, è ancor oggi associata ad un rischio molto elevato di disabilità o morte. Un terzo dei pazienti spira prima di giungere in ospedale. Ovviamente una volta individuato il problema è necessario che il paziente abbia la possibilità di essere assistito da un team di specialisti che possano trattare la patologia con le diverse tecniche oggi a disposizione (sia endovascolari che chirurgiche).
Qualche altro dato. Le statistiche a riguardo, effettuate nei Paesi occidentali, ci dicono che le patologie cerebrovascolari rappresentano la terza causa di morte per l’uomo nonché la seconda più comune di invalidità neurologica, dopo l’Alzheimer. Complessivamente ogni anno si verificano in Italia circa 196000 ictus di cui l’80% sono nuovi episodi. “Consola” il fatto che il Veneto, sia una delle regioni all’avanguardia per il trattamento di queste patologie.
La gran parte delle malattie cerebrovascolari è secondaria all'aterosclerosi e all'ipertensione arteriosa. Studi epidemiologici effettuati hanno individuato molteplici fattori di rischio non modificabili quali età, sesso, razza/etnia, ereditarietà) e altri, fortunatamente, modificabili (ipertensione arteriosa, coronaropatia, fibrillazione striale, diabete mellito, fumo, alcool, dislipidemie, stenosi carotidee). La formazione per prevenire ictus e altre gravi patologie cerebrovascolari si rivela importantissima.
Ecco perché il ruolo della formazione, intesa come sintesi di contenuti e processi di conoscenza in grado di essere accessibile in maniera strutturata e organizzata - anche attraverso condivisione di innovative strutture informatiche e piattaforme sul web - a tutti gli attori del mondo sanitario coinvolti nella lotta a tale tipo di patologia, si rivela quanto mai importante. “A testimonianza del forte impatto che il problema dell’ictus sta suscitando in Italia, pur non essendo ancora del tutto il Belpaese pronto a recepire sia a livello specialistico che di opinione pubblica la portata piena dell’argomento, notevole invece è il fiorire dell’associazionismo spontaneo, di importanti iniziative di sensibilizzazione, nate dall’incontro di parenti dei pazienti. Per sensibilizzare sul tema dell’ictus e delle malattie cerebrali è anche nata la sede veneta un’associazione ad hoc.
Si chiama Alice Veneto, Associazione lotta all'ictus cerebrale nella regione veneto, (http://aliceveneto.com) la presiede Gianpaolo Regazzo che spiega: “Il nostro compito è quello di portare alla ribalta delle cronache un fenomeno i cui dati sono sotto gli occhi di tutti” presidente delle neonata Associazione al momento, stante la situazione attuale solo alcune strutture di ricovero pubbliche sono in grado di fronteggiare al meglio tali tipi di emergenze, sia in termini di diagnosi, terapie della fase acuta, riabilitazione. L’incontro tra il mondo del volontariato, medici in prima linea e sostegno privato da parte di aziende che si fanno capofila nel finanziamento alla ricerca e all’informazione specifica, contribuisce in maniera significativa creando livelli qualitativi di eccellenza che tuttavia rischiano di rimanere isolati venendo a mancare fondi pubblici dedicati!”.