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16 febbraio 2025

Treviso

Don Giuseppe Danieli, parroco di Passarella, Caposile e Santa Maria di Piave, sarà missionario in Brasile

A Roraima, nella diocesi dove ha lavorato per alcuni mesi ed è morto don Edy Savietto

| Redazione OT |

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Don Giuseppe Danieli, parroco di Passarella, Caposile e Santa Maria di Piave, sarà missionario in Brasile

TREVISO - Don Giuseppe Danieli, attualmente parroco nelle parrocchie di Passarella di San Donà di Piave, Caposile e Santa Maria di Piave, viene inviato dal vescovo di Treviso, Michele Tomasi, come missionario fidei donumin Brasile, nella diocesi di Roraima.
Don Giuseppe, 61 anni, ordinato prete nel 1995, in passato è già stato in missione, nella missione della diocesi di Treviso in Paraguay. Oggi, una nuova chiamata, nella missione brasiliana ai confini col Venezuela, dove è morto don Edy Savietto, nella parrocchia di Pacaraima, il 20 dicembre scorso. La missione diocesana a Roraima è stata avviata a inizio 2023 dal vescovo Michele Tomasi, che ha accompagnato i trevigiani “fidei donum” don Edy Savietto e i coniugi Giorgio Marino e Veronica Boldrin. Un'occasione di collaborazione con le diocesi di Padova e Vicenza, già presenti nell'estremo lembo settentrionale del Paese latinoamericano. A Roraima la diocesi di Treviso è arrivata dopo diversi anni di presenza nel Nordest del Brasile (Pernambuco) e a Manaus.

La diocesi di Roraima (che coincide con il territorio dello Stato omonimo) si trova nel nord del Brasile, ai confini con il Venezuela. Capitale e sede della diocesi è Boa Vista. Con i suoi 220.000 chilometri quadrati, è una delle diocesi più estese del Brasile, conta 650.000 abitanti, di cui 350.000 battezzati, ed è suddivisa in 19 parrocchie. Guidata dal vescovo Evaristo Pascoal Spengler, francescano, la diocesi è da sempre in prima linea nell’accompagnamento e nella difesa delle popolazioni indigene, nella promozione umana, nella tutela e nella cura dell’ambiente. In questo territorio, nel giro di pochi anni, oltre alle grandi sfide sociali, ambientali ed economiche (grandi sacche di povertà ed esclusione sociale, invasione delle terre indigene da parte dell’agrobusiness e dell’attività mineraria estrattiva, con conseguente deforestazione), si è aggiunto l’arrivo in massa dei migranti dal Venezuela, a causa della forte crisi economico-finanziaria e politica che ha colpito il vicino Paese. Senza dimenticare lapandemia di Covid-19, che ha determinato ulteriori effetti di impoverimento della popolazione. Molti i progetti sostenuti insieme dalle tre diocesi venete: di solidarietà, pastorali, artigianali, educativi e sportivi, a favore soprattutto di donne, giovani e migranti.

“Tu doni e porti via, ma sempre sceglierò di benedire Te”: sono le parole del canto finale della messa di domenica 11 agosto, che i giovani di Caposile cantavano dopo aver ascoltato, tra gli avvisi parrocchiali, un'ultima inaspettata comunicazione. “Ignari, come buona parte dell'assemblea, di quanto in quella celebrazione avrei comunicato, avevano scelto questo canto finale, che si è rivelato quanto mai adatto per dare voce a ciò che, io e loro, portavamo nel cuore in quel momento” racconta don Giuseppe.
“Il Signore ci ha fatto reciprocamente dono, io a loro e loro a me - e con questi "loro" intendo le Parrocchie di Caposile, Passarella e Santa Maria di Piave – aggiunge -. Ed ora quel "porti via" non dice una sorta di furto o di ingiustizia, bensì un "portare altrove", altrove che ora è la Chiesa di Roraima, come a suo tempo lo sono state queste Comunità che lascio”.

E don Giuseppe rivela anche che questa proposta del Vescovo dà voce a un suo desiderio. “Tante volte nelle omelie - quando la Parola me ne dava l'opportunità - come negli incontri, sia formativi o informali, davo voce alla precedente esperienza missionaria in Paraguay, e al desiderio di ripartire... Ma così, semplicemente e spontaneamente. Poi, qualche tempo fa, la convocazione del Vescovo Michele e la sua proposta di una mia disponibilità a partire alla volta del Brasile, per dare continuità a quella collaborazione missionaria interdiocesana iniziata con don Edy.Nonostante quel desiderio, la proposta del Vescovo mi ha davvero sorpreso. Portavo sì questo desiderio nel cuore, c'era sì questa mia disponibilità di fondo, ma mai una richiesta esplicita a voler ripartire. Con sorpresa, dunque, ma anche con gratitudine per la fiducia accordatami e con serenità d'animo ho accolto la richiesta del Vescovo. E, dopo un tempo di riflessione e di confronto con persone amiche, ho detto il mio "Eccomi!" a quanto il Signore mi chiedeva attraverso la persona del Vescovo. Ora, dunque, per quello che potrò e riuscirò a fare, per quello che potremo e riusciremo a fare, è tempo di preparare questa nuova partenza”.

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