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09 novembre 2024

Italia

Droga in carcere, 2 kg sequestrati in tre istituti in 48 ore

Segretario Spp, penitenziari sono diventati piazze di spaccio

| Ansa |

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Droga in carcere, 2 kg sequestrati in tre istituti in 48 ore

ROMA - 'In 48 ore in soli tre istituti penitenziari - Lanciano, Carinola ed Orvieto - sono stati sequestrati oltre due kg di droga tra hashish e cocaina. A Carinola se calcoliamo la droga sequestrata in un mese e mezzo siamo gia' a 1 kg e mezzo. È un conteggio da aggiornare continuamente: almeno cinque kg al giorno si spacciano e si consumano stupefacenti nelle carceri di tutto il Paese con un giro di affari che solo negli istituti campani raggiunge i 10 milioni d'euro l'anno'. Il segretario generale del sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo rilancia l'allarme: 'le carceri italiane, al Nord come al Sud, da anni, sono diventate piazze di spaccio proprio come i quartieri Barone a Milano e Scampia a Napoli. È un giro che - afferma - vede i familiari dei detenuti far entrare la droga oppure pagare direttamente i clan per la fornitura in cella di stupefacenti e l'alternarsi di pusher fuori e dentro le celle, grazie in particolare ai detenuti in permesso lavoro che fanno la spola o utilizzando i detenuti piu' deboli e ricattabili'.

'A Lanciano ed Orvieto si e' fatto ricorso al lancio di pacchetti dall'esterno del carcere come da tempo avviene attraverso all'impiego di droni e persino al pallone di calcio imbottito di stupefacenti - spiega - Con introiti per i clan di milioni di euro, mentre sempre piu' rari sono i casi, di madri e mogli che portano la droga approfittando del colloquio con il congiunto. Sono invece gli uomini dei clan, che si servono di telefonini per il piu' comodo spaccio di droga dentro e fuori il carcere e per ordini agli uomini sui territori, a gestire i traffici. Cosi' la detenzione del capo clan che dovrebbe rappresentare la fine della carriera criminale - aggiunge Di Giacomo - non solo si trasforma in continuazione ma cementifica i rapporti con detenuti e alimenta l'economia criminale necessaria specie per sostenere le famiglie dei detenuti. Ovviamente - continua il segretario del S.PP. - questo avviene perche' la domanda di stupefacenti e' alta: la presenza di detenuti classificati tossicodipendenti gia' all'ingresso e' di circa 18mila (poco meno del 30% del totale) per i quali il cosiddetto programma a scalare con la somministrazione di metadone ha dato risultati molto scarsi. Non a caso la recidivita' di reato per questi detenuti, una volta fuori, e' altissima. A questi si deve aggiungere che tre detenuti su 10 sono solo spacciatori e non consumatori'. (ANSA).

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