Focolaio in un macello a Loria: «Devono essere applicate tutte le misure anticontagio»
Interrogazione dei consiglieri Zottis e Zanoni in Consiglio regionale per avere dati più precisi sul caso di Loria e sulle procedure sanitarie applicate nei macelli veneti.
LORIA - Dopo la notizia della positività di sette dipendenti di un macello sito in comune di Loria, intervengono i consiglieri regionali del Partito Democratico, Francesca Zottis e Andrea Zanoni, che presenteranno un’interrogazione per chiedere delucidazioni sulla situazione dello stabilimento di Loria e, più in generale, sulle procedure sanitarie adottate all’interno dei macelli veneti.
«La situazione dei contagi a Loria desta preoccupazione perché si tratta dell’ennesimo caso all’interno di un macello e non sappiamo ancora quante siano realmente le persone coinvolte» affermano Zottis e Zanoni, che proseguono: «Presenteremo un’interrogazione per conoscere il numero dei contagiati tra i dipendenti e quanti, indirettamente, lo siano stati all’esterno e per sapere quanti sono i soggetti vaccinati. È prioritario intervenire in modo tempestivo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro».
I due consiglieri dem ricordano come le attività di macellazione e lavorazione delle carni in Veneto siano numerose e collegate tra di loro e di come esse siano ambienti con un alto grado di umidità e basse temperature, dove i lavoratori devono operare a stretto contatto, con un’alta probabilità di diffusione del virus. «Non va dimenticato che secondo i dati Inail, all’interno del manifatturiero veneto, il settore della lavorazione delle carni è quello che ha registrato più contagi durante la pandemia».
Zottis e Zanoni vogliono dunque vederci chiaro: «È un comparto delicato con numerosi cluster, tanto che ad aprile l’Istituto superiore di sanità aveva redatto un piano ad hoc sulle misure anticontagio e sulla gestione dei focolai, con controlli stringenti. Vorremmo sapere se queste norme vengono seguite alla lettera. Bisogna allargare il tracciamento a quelle persone che possono essere entrate in contatto con i dipendenti in ambito lavorativo, oltre che ai familiari».
«Soprattutto – concludono i due consiglieri – occorre procedere in maniera spedita con la campagna vaccinale; è inaccettabile che solo i veterinari pubblici, visto che c’è l’obbligo per legge, siano immunizzati. E gli altri addetti? Va alzata la soglia di attenzione anziché minimizzare i rischi: il fatto che i lavoratori coinvolti siano pochi o che provengano tutti dall’estero non sono valide rassicurazioni».