Conegliano, gufo reale morto folgorato
L'episodio a Ogliano lo scorso 18 dicembre
| Redazione |
VITTORIO VENETO - È un freddo pomeriggio di novembre, quando vengo chiamato al cellulare. La voce dell’interlocutore che mi parla è quella di Giancarlo, un signore che già in altra occasione aveva contattato la LIPU di Vittorio Veneto, per segnalare un caso di merlo morto per impatto contro una vetrata. Questa volta si tratta, invece, di un qualcosa di molto più grosso: un Gufo reale (Bubo bubo), che, con i suoi 180 cm di apertura alare, e il corpo di lunghezza pari a 60-70 cm, è il più grande rapace notturno del mondo, l’equivalente ecologico, tra i notturni, dell’Aquila reale (Aquila chrysaetos); non a caso, gli inglesi lo chiamano Eagle Owl, ossia, gufo aquila. L’esemplare di gufo ha trovato la morte per elettrocuzione su di un traliccio elettrico di media tensione di Ogliano di Conegliano, a due passi dall’autostrada Venezia-Belluno, in un’area di vigneti, priva di alberi. Giancarlo mi descrive l’immagine che ha visto con i suoi occhi: il rapace giaceva ancora appeso al traliccio, dopo chissà quanti giorni dal decesso, stringendo tra gli artigli la preda appena catturata, un grosso Riccio (Erinaceus europaeus).
Non credo alle mie orecchie e, non vedendo l’ora di verificare di persona il tragico evento, faccio un appuntamento con la mia fonte, per andare quanto prima sul posto. Arrivato sul punto esatto, ho la macabra conferma: si tratta proprio di un bellissimo esemplare di Gufo reale, quanto mai sfortunato.
Provando a ricostruire la scena, si può pensare che lo Strigiforme – questo è l’ordine al quale appartengono tutti i rapaci notturni – abbia provato a posarsi sul primo posatoio presente in zona, subito dopo aver catturato il riccio. Purtroppo, però, il gufo ha trovato solo il traliccio e, con le sue grandi ali distese, un attimo prima di chiuderle, sarà entrato contemporaneamente in collisione con i conduttori in tensione e la struttura metallica dei sostegni, restando folgorato all’istante. Questa causa di morte è la più comune per il Gufo reale in tutta Italia, così come dimostrano le statistiche pubblicate in letteratura. L’ornitologo Francesco Mezzavilla, nel suo libro sui rapaci notturni del Triveneto (2024), appena pubblicato da De Bastiani, ricorda di aver trovato un nido di Gufo reale alcuni decenni fa, nelle colline prossime a Vittorio Veneto; il fatto singolare è che il ritrovamento del nido avvenne seguendo lungo una stretta cresta i resti di riccio abbandonati e che portavano fino al sito di riproduzione. A quanto pare, quindi, il Gufo reale è un abituale consumatore di ricci e, soprattutto, frequenta ancora il territorio del vittoriese, dove però sussistono per la sua sopravvivenza, come abbiamo visto, gravi minacce. Le Istituzioni hanno l’obbligo di tutelare questa specie, protetta da norme nazionali ed europee stringenti. Il Gufo reale, infatti, è una specie particolarmente protetta dalla Legge nazionale n. 157 del 1992 e dalla Direttiva Uccelli (2009/147/CE). Il nostro gufo, in quanto superpredatore, svolge l’indispensabile, in quanto utilissimo, ruolo ecologico di regolatore e controllore delle popolazioni delle sue prede, tra le quali si annoverano anche i ratti (Rattus spp.), molto dannosi per l’agricoltura. Si tratta, quindi, di una perdita molto grave per tutto l’ecosistema. La LIPU di Vittorio Veneto si sta già adoperando per entrare in contatto con i tecnici dell’ENEL, al fine di mettere in sicurezza le linee elettriche della zona, onde evitare altre morti, che potrebbero colpire altri gufi o esemplari di altre specie di rapaci, sia diurni che notturni. La morte del gufo, nella sua tragicità, resta comunque un segnale di presenza di una specie molto rara nel nostro territorio e ci sprona a metterci sulle sue tracce, sperando di poter trovare presto altri individui, stavolta vivi!
di Roberto Guglielmi, Delegato LIPU Sezione di Vittorio Veneto
Iscriviti alla Newsletter di OggiTreviso. E' Gratis
Ogni mattina le notizie dalla tua città, dalla regione, dall'Italia e dal mondo