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07 febbraio 2025

Vittorio Veneto

Giovanni Da Ros, eroe partigiano

In Val Fighera, tra le colline di Cozzuolo, si è svolta sabato 13 aprile l'annuale commemorazione di Giovanni Da Ros, partigiano vittoriese ucciso dai nazisti in azione di  rastrellamento sulle colline

| Michele Zanchetta |

| Michele Zanchetta |

giovanni da ros

VITTORIO VENETO - L'Anpi di Vittorio Veneto ha organizzato la commemorazione con gli interventi e i racconti di Maria Chiara Marangon, Domenico Mognol e Antonio Da Ros, il nipote di Giovanni, che ogni anno, come molti vittoriesi, salgono le rive di San Mor per ricordare quel partigiano morto per un ideale di libertà, lasciando sul monumento dei fiori per non dimenticare.

 

Grazie alla memoria di chi fu testimone allora, che ha tramandato il ricordo nei racconti ai parenti e agli storici, possiamo ancora emozionarci per un giovane di nemmeno 25 anni morto per la Patria. Siamo nella primavera del 1945, le forze dell'Asse, Germania e Giappone, incassano sconfitte ripetute su vari fronti, ormai l'esercito è allo stremo e Hitler vede entrare in territorio tedesco le truppe nemiche, uno dopo l'altro capitolano presidi strategici, uno su tutti Vienna. In nord Italia, però, si combatte: i soldati tedeschi continuano una sistematica azione di violenze nei territori occupati della Sinistra Piave, con la spietata collaborazione della X Mas fascista acquartierata alla torre del Castello di Conegliano.

 

Ormai anche nella mente dei soldati tedeschi è chiara la prossima capitolazione, ma molti di loro non accettano di arrendersi alle truppe alleate che stanno risalendo l'Italia, infatti, da lì a pochi giorni ci sarà la liberazione di Bologna e il passaggio del Po. 

 

Sulle colline vittoriesi si combatte ancora, i partigiani hanno "preso la strada dei boschi" da molti mesi, e vivono nella macchia per non farsi catturare. Giovanni Da Ros condivide gli ideali di lotta partigiana, in nord Italia si combatte ormai in ogni frazione e l'appello del novembre del 1944 alla smobilitazione della lotta partigiana, da parte americana, è rimasto inascoltato.  Il 12 aprile 1945 Giannino, per motivi personali, scende dai boschi a Cozzuolo, dove vive la famiglia, e scopre che ci sono le truppe naziste in rastrellamento, per cui sceglie di risalire le colline e avvisare del pericolo i compagni nascosti in Val Fighera, tra Borgo Mor e il Col di Stella. Quell'erto prato dopo le case, con solamente una siepe a tagliare il paesaggio, sarà la sua ultima corsa, ormai a poche centinaia di metri dai compagni: un cecchino nazista, appostato sul Col Formenton, il rilievo tagliato dalla strada interpoderale che sale da Cozzuolo, lo fredda da circa duecento metri. Giovanni stramazza al suolo nei pressi della siepe e muore sul colpo. Lo sparo viene udito dai compagni nascosti, che da lontano avvistano il corpo e decidono un atto disperato.

 

Nonostante siano certi di essere sotto il tiro nemico, scendono nascosti dal bosco sino alla siepe, dove parzialmente sono protetti. Qui strisciano a terra sino al corpo esanime e, guardando quel giovane eroe morto per salvarli, prendono il fucile e i documenti, al fine di proteggere la famiglia di Giovanni da rappresaglie. Il corpo viene recuperato più tardi, gli abitanti di Cozzuolo ricordano ancora oggi che le urla disperate della madre si sentirono sino in cattedrale a Ceneda.  

 

 

 


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| modificato il:

Michele Zanchetta

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