Grana caporalato e mancata sicurezza in cantiere: sospese sette attività
Controlli a tappeto dei Carabinieri in diversi Comuni, tra i quali a Oderzo, Vedelago, Godega, Montebelluna, Silea
| Angelo Giordano |
ODERZO-GODEGA - I Carabinieri del NIL (Nucleo Ispettorato del Lavoro) di Treviso, con la collaborazione dell’Arma Territoriale, nell’ambito delle attività finalizzate a prevenire e reprimere i fenomeni dello sfruttamento del lavoro e del “caporalato”, hanno effettuato una serie di controlli inerenti diverse attività commerciali. L’attività ispettiva, di natura ordinaria e tecnica, è stata finalizzata ella regolare occupazione dei lavoratori e al rispetto delle norme in materia di sicurezza, salute ed igiene sui luoghi di lavoro.
L’attività ispettiva nel complesso ha consentito di individuare 38 aziende inadempienti in materia giuslavoristica e di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. All’esito dei controlli sono state sospese 7 attività imprenditoriali, delle quali 6 per gravi violazioni sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e 1 per lavoro nero.
Nello specifico, durante un controllo svolto all’interno di un cantiere edile di Casale Sul Sile, sono state sospese 2 aziende intente a svolgere lavorazioni in quota, in particolare la prima stava operando su un ponteggio privo di idonee precauzioni atte ad eliminare il pericolo di caduta verso il vuoto, mentre la seconda non aveva redatto il Piano Operativo di Sicurezza, documento essenziale per poter operare in sicurezza all’interno di un cantiere edile. Altre 2 imprese operanti nei cantieri di Oderzo e Montebelluna sono state individuate ed immediatamente sospese, perché trovate ad operare su ponteggi montati in maniera non conforme, privi di idonee precauzioni atte ad eliminare il pericolo di caduta. Infine, sempre in edilizia, altre due aziende impegnate nei cantieri di Godega Sant’Urbano e Paese sono state sospese perché non avevano provveduto a redigere il P.O.S. (Piano Operativo di Sicurezza). Nel settore agricolo, in un vigneto nel Comune di Maser (TV), nonostante il caldo torrido è stato individuato un lavoratore di origini marocchine intento ad effettuare lavorazioni di pulizia e sfalcio dell’erba in totale carenza previdenziale e assicurativa e quindi “in nero”.
Un’azienda che si occupa di lavorazioni meccaniche e di carpenteria metallica, operante nel territorio di Fanzolo, è stata sospesa perché stava impiegando due lavoratori stranieri in operazioni di saldatura, anche questi sconosciuti alla pubblica amministrazione e impiegati “in nero”.
I controlli del N.I.L. di Treviso, volti al rispetto della normativa in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, hanno interessato anche altri settori come i pubblici esercizi, la ristorazione e i servizi alle persona, permettendo di riscontrare la presenza di numerose violazioni sulla sicurezza, tra le quali la mancata formazione dei lavoratori, l’omessa sorveglianza sanitaria ed il mancato aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi, documento essenziale per la sicurezza dei lavoratori. Complessivamente, i controlli effettuati hanno permesso di riscontrare molteplici violazioni, a seguito delle quali sono state irrogate sanzioni per 330.000 euro.
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