Ladri di sonno!
Ignoti forzano la porta del campanile per far suonare le campane tutta la notte
| Emanuela Da Ros |
PIEVE DI SOLIGO - Nel silenzio della notte, nel tranquillo centro di Pieve di Soligo suonano le campane. Una, due, tre volte. Il risveglio per i residenti è brusco. La preoccupazione s’insinua tra i guanciali e le coperte. Qualcuno apre le imposte. La città sonnecchia alla luce placida dei lampioni, ma quelle campane! Annunciano che qualcosa non va.
Qualcuno ricorda le campane suonate da don Abbondio quando i due timidi promessi sposi tentano il matrimonio a sorpresa. Ma qui non siamo su quel ramo del lago di Como, siamo sulle rive del Soligo, la peste forse è passata e i bravi sono quelli che rispettano la ‘fase 2’. Ma se i pievigini, svegliati di botto, restano alla finestra, a uscire di corsa da casa è il parroco, don Giuseppe Nadal.
“Alle nove e mezza di domenica scorsa - spiega il sacerdote - ho sentito il suono della campana grande. Sono corso in sacrestia pensando di risolvere subito quello che doveva essere un guasto. Ho maneggiato sugli interruttori ma la campana continuava a suonare. Allora mi sono diretto verso il campanile: ho trovato la porta aperta, la serratura era scassata!, e abbassando l’interruttore generale ho fermato lo scampanio. Qualcuno poteva essersi introdotto nel campanile, per fare uno scherzo di cattivo gusto...ma era solo un’ipotesi. Continuavo a pensare a un guasto. Sono quindi tornato sui miei passi, l’ora era tarda, ma non ho potuto chiudere bene la porta del campanile, perché la serratura era fuori uso”.
Tutto finito? Macché. “A mezzanotte e mezza - prosegue don Nadal - sento partire tutte e tre le campane. Pensavo si trattasse di un altro guasto tecnico, per cui sono uscito nuovamente e ho passato in rassegna tutti gli interruttori, l’orologio del campanile e il quadro dei comandi che si trovano in sacrestia. Tornato nel campanile, ho trovato l’interruttore generale rialzato. Un mistero!” Il parroco torna a letto, ma alle due le campane riprendono a suonare. “Questa volta - spiega ancora don Nadal - mi dirigo direttamente al campanile e all’interruttore generale che trovo di nuovo sollevato. Capisco che c’è la mano di qualcuno... Faccio tacere le campane e chiudo meglio che posso il quadro elettrico e la porta”.
La notte - quella tra domenica e lunedì - per il parroco si trasforma in un incubo. Ovviamente non riesce più a prendere sonno e attende il mattino per chiamare un tecnico. La risposta è una conferma ai dubbi del sacerdote: qualcuno, nottetempo, è salito sul campanile e ha azionato manualmente gli interruttori che si trovano sulla sommità. Il parroco quindi non avrebbe potuto fermare le campane se non salendo a sua volta in cima al campanile e incontrando vis-à-vis quei ladruncoli di sonno in vena di scherzi spauracchiosi. “Mi dispiace proprio tanto per il disturbo che è stato recato - commenta don don Giuseppe Nadal -. Chiedo scusa per non essere stato abbastanza veloce a fermare le campane. Vi assicuro, che è stata per me una notte da incubo”.