LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI: IL BURQA VA VIETATO, COME IL PASSAMONTAGNA
L’Assessore Villanova precisa con forza la sua posizione in merito al dibattito sul burqa
Pieve di Soligo – No al burqa: è un atto di sottomissione della donna inaccettabile. E’ chiara e netta la posizione personale di Alberto Villanova, assessore alla sicurezza di Pieve, sulla questione che da settimane ormai ha scatenato un dibattito nell’opinione pubblica pievigina e non solo.
Dopo che le sue dichiarazioni alla stampa sono state travisate e che si è visto attribuire una linea troppo “morbida” Villanova esprime con fermezza la sua posizione che “è sempre stata chiara fin dall’inizio: penso che il burqa rappresenti una forma di schiavitù che, dopo secoli di lotte femministe per l’emancipazione e la conquista della parità di diritti, non si può accettare a priori in nome di un multiculturalismo forzato. Penso anche che sia in contrasto con il principio d’uguaglianza tra uomo e donna stabilito dalla nostra Costituzione”.
In qualità di amministratore locale, però, il giovane leghista non può impedire che questa gabbia di stoffa sia indossata, perché un recente pronunciamento del Consiglio di Stato rende inapplicabili le ordinanze comunali che vietano di indossare il burqa, come quella emanata dal Comune di Azzano Decimo.
Come membro della Lega Nord e come cittadino Villanova non può quindi far altro che augurarsi che sia approvata al più presto la proposta di legge recentemente depositata in Parlamento dal suo partito, che vieta di mascherare il viso e che mira a togliere ogni dubbio interpretativo.
“Tutti debbono entrare nei luoghi pubblici con capo scoperto e riconoscibile – precisa l’esponente leghista - per cui non c’è nessuna differenza tra una persona che indossa un passamontagna e una che porta il burqa: la legge è uguale per tutti e ai fini della sicurezza pubblica possono essere identificati dalle forze dell’ordine”.
Ma l’azione dell’assessore non si limita al divieto, anzi Villanova ritiene indispensabile che le amministrazioni locali s’impegnino concretamente per far si che “le donne islamiche costrette a indossare il burqa dai loro mariti e padri conoscano i propri diritti in Italia e possano liberarsi da questa forma di oppressione”.
Foto Balanza