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16 luglio 2024

Vittorio Veneto

Lorenzo, Sara e Francesco da Santa Giustina al Mato Grosso

Di recente la famiglia vittoriese ha scritto in parrocchia raccontando questa esperienza

| Angelo Giordano |

| Angelo Giordano |

Lorenzo, Sara e Francesco da Santa Giustina al Mato Grosso

VITTORIO VENETO - Lorenzo, Sara e Francesco, famiglia di Vittorio Veneto, sono partiti da Santa Giustina per la Missione nel Mato Grosso, dopo il mandato missionario del Vescovo. Di recente hanno scritto in parrocchia per aggiornare tutti sull’esperienza che stanno vivendo.

E scrivono: «L’arrivo in un paese straniero è impattante e disorientante: una nuova lingua da imparare, la burocrazia, i posti sconosciuti… Abbiamo pensato alle difficoltà che vivono tanti stranieri in Italia, solo che a noi è stata riservata un’accoglienza meravigliosa da parte degli altri italiani, ma anche della gente di Tenta (il paesino dove viviamo)». La lettera prosegue: «Ci troviamo a quasi 3000 metri di altitudine, il paesaggio è verdissimo e colorato da tantissimi fiori che qui crescono rigogliosi grazie ad un clima umido e alle piogge quasi quotidiane in questo periodo.

L’unica strada asfaltata è quella principale e tutte le altre sono di terra. Ci sono case poverissime piccole e fatte di fango e altre (poche) sono grandi, colorate di colori vivaci (ma solo nella facciata che dà sulla strada mentre il resto della casa è lasciato a grezzo), con archi o cupole o terrazze a “vantare” un certo benessere. In queste ultime case ci abitano persone che hanno parenti migrati in America abbagliati dal “sogno americano” che qui è radicato, persone che nella maggior parte dei casi vivono tutt’altro rispetto a ciò che sognavano e che affrontano viaggi pericolosissimi, come tanti stranieri che arrivano in Europa. In questa zona vivono per lo più indigeni che fisicamente sembrano dei pellerossa. Tutti, anche gli uomini, portano i capelli lunghissimi raccolti in trecce fatte con grande abilità da mani esperte e vestono abiti tipici.

E ancora: «Una cosa che ci ha subito colpiti è la fede forte che vivono queste persone. L’intera comunità è chiamata a partecipare attivamente per tenere viva la parrocchia, ognuno con il suo pezzetto di responsabilità».

La fonte della notizia: 


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| modificato il:

Angelo Giordano

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