Maxi compenso a Consoli, nuove accuse per i vertici di Veneto Banca
Presidente e Amministratore Delegato accusati di distrazione dalla massa fallimentare
| Ansa |

TREVISO - L'ex presidente di Veneto Banca Flavio Trinca e l'ex amministratore delegato Vincenzo Consoli, nell'ambito del terzo filone d'inchiesta sul default della ex banca popolare, risalente al 2017, sono accusati di un ulteriore episodio di distrazione di capitale dalla massa fallimentare attraverso il versamento al top manager di un compenso di fine mandato (per il passaggio da ad a direttore generale) di oltre 3,5 milioni di euro quando, nel 2014, il dissesto dell'istituto era già evidente a tutti gli amministratori e segnalato da Bankitalia. Sono i nuovi rilievi mossi dalla Procura della Repubblica di Treviso che ha indagato su una dozzina di componenti gli organi di gestione oltre ad amministratori di un'azienda cliente. Secondo l'accusa, Trinca e Consoli si sarebbero concordati sulla cifra da corrispondere a quest'ultimo senza che il presidente abbia portato all'attenzione del Consiglio di amministrazione il documento per un esame approfondito.
Un modo di operare, questo, non previsto dallo statuto nonostante le ampie deleghe affidate dal board allo stesso Trinca. La somma riconosciuta a Consoli, in sostanza, è interpretata dai magistrati come una componente della distrazione di capitale all'interno di un importo complessivo della bancarotta di circa 320 milioni.
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