"Mio padre è un esempio": parla Riccardo Guidolin
Il primogenito di Mister Guidolin vuole calcare le orme del padre
| lucrezia.maso |
CASTELFRANCO - Riccardo Guidolin, giovane allenatore e “figlio d’arte”. Primogenito di Francesco Guidolin, l’attuale allenatore dell’Udinese, è erede sia per cognome che per professione del padre. Abita a Castelfranco Veneto (TV) a 200 metri dal campo da calcio dove il papà ha cominciato con il Giorgione, prima da calciatore poi da allenatore, la sua carriera professionistica nel mondo del calcio.
Ma parliamo di Riccardo, allenatore di settore giovanile da quattro anni. Ha cominciato la carriera di allenatore con gli esordienti del Giorgione, poi ha trascorso una stagione formativa a Watford (squadra di proprietà di Pozzi, presidente dell’Udinese ndr) e ora allena i giovanissimi sperimentali a Campodarsego (PD). “Già da quando avevo 15 anni avevo deciso che mi sarebbe piaciuto di più giocare che allenare” afferma.
Portare un cognome così importante rappresenta un vantaggio, certo, ma totalmente. “Prima di tutto è un vantaggio perché ho in mio padre un modello da seguire e da cui prendere spunto”aggiunge “nei miei riguardi poi è inevitabile che alcune persone possano avere pregiudizi positivi o anche negativi. In fin dei conti so che sarò bravo andrò avanti, altrimenti no, il cognome da solo non basta”.
La stagione a Watford è stata un’esperienza fondamentale per la sua carriera. Ha potuto vivere in prima persona un calcio diverso da quello italiano “ll calcio in Italia è molto più tattico rispetto all’Inghilterra, anche a livello giovanile” conferma “anche se il modello spagnolo è da un paio di anni a questa parte sempre più seguito sia qui che oltremanica. La cultura sportiva in generale poi è quella che fa la differenza. All’estero c’è molto meno stress, mentre da noi purtroppo si legge spesso di episodi assurdi anche in partite giovanili”.
Il padre è un mentore per lui, lo aiuta e lo consiglia nel suo percorso da allenatore “con mio papà parlo quasi sempre di calcio, mi piace raccontargli della mia squadra e ancora di più chiedergli della sua. Lui è tra i primi cinque allenatori nella storia per presenze in serie A; io alleno i giovanissimi da quattro anni… ho molto ancora da imparare, devo concentrarmi e pensare a fare il mio meglio giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento”.
Il suo sogno è ben chiaro. Vuole diventare un allenatore, magari altrettanto bravo come Mister Guidolin. “Spero in un futuro nel calcio, questo è il mio obiettivo” e continua “in Italia o all’estero non fa differenza. È vero che in Inghilterra, Germania, Francia lo sport è vissuto con meno tensione e stress, questo è il riflesso della cultura sociale che è diversa da nazione a nazione, ma non vuol dire che altrove non ci siano problemi.”
Un futuro in Italia, sarebbe quindi allettante per il giovane Guidolin, che però sul calcio del bel paese ha qualche critica da fare“Per prima cosa bisognerebbe che le società investissero su stadi e strutture. Bisogna riavvicinare la gente alle partite in un ambiente più pulito e sicuro. Questo aspetto penalizza molto il nostro calcio rispetto al resto d’Europa.”
Lucrezia Maso