Monastero: Scottà risponde a Villanova
"Il Monastero non dispone di aree proprie per un raggio di 200 metri dal punto in cui sorge la cappella"
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Il sindaco Giancarlo Scottà risponde alle affermazioni di Villanova, del comitato monastero, riportate sui quotidiani di domenica 24 febbraio. Il primo cittadino attribuisce al comitato la responsabilità di aver creato una situazione incresciosa che l'amministrazione sta cercando di risolvere già da prima del nuovo ricorso. “Per amore di verità e non per polemica, devo ribadire che risponde al vero che siano stati rilasciati nulla osta alla sepoltura all’interno della cappella gentilizia del monastero cistercense di San Giacomo di Veglia, e questo in virtù della nota, nel 1968, del medico provinciale di Treviso che su sollecitazione dell’allora sindaco di Vittorio Veneto autorizzava la costruzione della cappella funeraria, nonostante l’espresso parere contrario dell’Ufficiale Sanitario. Tale provvedimento autorizzatorio del sepolcreto privato era fin dall’inizio illegittimo in quanto il Monastero non disponeva – e non dispone tuttora – di aree proprie per un raggio di 200 metri dal punto in cui sorge la cappella, requisito imposto dalla legge per le cappelle private". Secondo il sindaco Villanova dimentica di dire che se non è più possibile rilasciare le autorizzazioni è perché "sono stati lui e il comitato a voler imporre quel vincolo della cappella gentilizia e penalizzare in questo modo il comparto del centro di San Giacomo nel raggio di 200 metri".