NE' ITALIANE NE' ALGERINE: BAMBINE BLOCCATE ALLA FRONTIERA
La burocrazia le tiene 5 mesi lontane dai genitori
TREVISO - Si è conclusa felicemente, dopo un braccio di ferro fra le diplomazie italiana e algerina e grazie all'interessamento diretto della questura di Treviso, la vicenda di due bambine di 6 ed 11 anni, nate in Italia da genitori algerini, ma trattenute nel Paese dei genitori dove si erano recate per una vacanza la scorsa estate, a causa di un disguido burocratico.
Le piccole, Sara e Sabrina, residenti dalla nascita a Treviso, dove il padre lavora da 25 anni, a causa di una irregolarità formale nei loro documenti correlata ad una svista del padre al momento della loro iscrizione all'anagrafe, al rientro da una vacanza con i genitori in Algeria erano state bloccate alla frontiera. Costretti a ritornare in Italia per impegni di lavoro ed altre urgenze non derogabili - fra cui una grave malattia della madre - le piccole sono state affidate allora a dei parenti mai conosciuti prima di allora. Solo l'impegno dei consolati e l'insistenza del questore di Treviso ha permesso alla vicenda, alla fine, di uscire dal vicolo cieco ed alle piccole di riabbracciare i genitori.
Secondo le organizzazioni degli immigrati di Treviso, il caso rappresenta una fra le più paradossali conseguenze della legislazione italiana che, non riconoscendo la nazionalità dei nuovi nati sul proprio territorio, ha messo le piccole nelle condizioni di non essere qualificate come italiane dal governo italiano e, contemporaneamente, di non essere ritenute algerine dal Paese africano di origine dei genitori.