NIENTE ASSOLUZIONE PER CHI SPOSERA' UN DIVORZIATO
Una fedele praticante si è recata alla chiesa di San Francesco per la confessione pasquale, ma la Chiesa non concede deroghe
| Laura Tuveri |
TREVISO - Era andata a confessarsi, giovedì santo, alla chiesa di San Francesco (in foto), un rito caro a moltissimi trevigiani e non solo, ma le è stata negata l’assoluzione perché a settembre si sposerà con un divorziato. La signora B.C. ci ha raccontato l’accaduto in una lettera che ieri abbiamo pubblicato http://www.oggitreviso.it/confessione-negata-pasqua-35403.
“So perfettamente che quando sarò sposata non potrò accostarmi al sacramento della comunione (altra cosa inconcepibile ai tempi d'oggi), ma ora sono ancora nubile e basta l'intenzione di sposarmi per aver avuto un trattamento vergognoso senza sapere nulla della persona che il frate aveva davanti” scrive B.C. Noi abbiamo voluto sentire anche l’altra versione dei fatti, ovvero abbiamo interpellato padre Marco, superiore del convento di San Francesco. "Se fosse esattamente come asserisce la signora, noi avremmo dovuto certamente darle l’assoluzione. Bisognerebbe capire, però, se c’è dell’altro, per esempio se la signora già convive. In questo caso non possiamo dare l’assoluzione. Noi cerchiamo, comunque, sempre di capire quali sono le situazioni che di volta in volta si presentano”.
Ma la signora non convive, proprio per le sue credenze religiose, e il frate non le ha fatto alcuna domanda per capire la sua situazione, limitandosi a chiederle se quella era veramente la sua intenzione. Al suo sì convinto le ha comunicato che
non poteva darle l'assoluzione. "Quando gli ho detto che ero nubile cristiana
e praticante mi ha risposto che non faceva differenza, allora io mi sono
alzata e ho lasciato il confessionale dicendogli "Se questa è la chiesa
allora è un vero schifo". E' quanto ci ha riferito B.C.
“Mi fido dei miei confratelli e quando assegno le confessioni i frati hanno anche il mandato del vescovo. E' chiaro, tuttavia, che possono sempre esserci degli errori. Negare l’assoluzione è qualcosa di molto doloroso, una scelta non facile anche per noi. Ci sono, però, delle situazioni molto precise a cui dobbiamo attenerci come nel caso di persone divorziate perché per la chiesa chi si sposa con il rito religioso è per sempre. Infatti il sacramento del matrimonio è un sacramento che non viene mai meno per la Chiesa. Nel momento in cui una persona lo ha messo in atto, lo amministrano è per sempre, salvo l’eventuale nullità. Il sacramento del matrimonio simboleggia la rappresentazione dell’amore di Cristo per il suo popolo. L’amore di Dio non viene meno”.
Ed è per questo motivo che un divorziato che si è sposato con rito civile può sposarsi in chiesa, non avendo messo in atto il matrimonio dal punto di vista religioso. Viceversa non può avvenire. Tornando alla nostra lettrice, la fedele scrive anche “Pentiti di mafia che hanno ucciso o mandato ad uccidere tantissime persone prendono la comunione in carcere, assassini diventano preti, preti che sono pedofili... ieri, a me cristiana incensurata è stato negato il diritto come tale di confessarmi”.
Padre Marco ribatte così: “Le indicazioni del diritto canonico e della morale cristiana sono molto precise su questo punto. La domanda da porsi è: “La persona che intenzione ha per il futuro? Ha il proposito di emendarsi? Fa un proposito di cambiamento di vita? Anche una persona che ha ucciso può pentirsi e cambiare. E’ chiaro che non sto dicendo che giustifico l’omicidio che è qualcosa di abominevole”.
Abbiamo sentito le due campane, le motivazioni della nostra lettrice delusa dalla Chiesa e quelle di un suo rappresentante. A ciascun lettore farsi un’opinione, magari anche andando a vedere Habemus Papam di Nanni Moretti, proprio in questi giorni sul grande schermo. Recarsi presso la bellissima chiesa di san Francesco, dove è anche custodite le tombe di Pietro, figlio di Dante Alighieri, e di Francesca, figlia di Francesco Petrarca, per la confessione preparatoria alla comunione della Pasqua, come dicevamo, è una tradizione per molti irrinunciabile. In migliaia lo fanno.
Il venerdì santo e oggi, sabato santo, 23 aprile, i frati confessori sono ben otto. Il sacramento si somministra dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 18.30. Anche la mattina di Pasqua i frati sono disponibili a confessare. Martedì scorso, 19 aprile, giorno di mercato, i frati che si sono messi a disposizione, padre Marco compreso, erano sette. Giovedì c’era lo stesso molta gente. Arrivano anche persone che non si confessano da decenni e questa per i frati è senz’altro una bellissima soddisfazione.