Le ingiurie degli anni. Il valore della solidarietà
Il Centro Sollievo di Cappella Maggiore: una realtà - di volontariato - a sostegno degli anziani con declino cognitivo e dei loro familiari
| Emanuela Da Ros |
CAPPELLA MAGGIORE - L’hanno chiamato Centro Sollievo. Ma potremmo ribattezzarlo Centro Sorriso.
Dove. A Cappella Maggiore, un anno e mezzo fa, grazie all’Associazione Medi@età, all’associazione Volontariato Sinistra Piave e all’Ulss2, è sorta una struttura che ha come obiettivo l’accoglienza di persone con diagnosi di declino cognitivo lieve o moderato.
Quando. Due volte alla settimana, il martedì e il venerdì, dalle 9 alle 12, le nove volontarie del centro passano qualche ora con pazienti che “hanno perso frammenti del corpo dei pensieri e della memoria” per permettere ai familiari di avere qualche ora di pausa dall’assistenza dei propri cari e per coinvolgere i “pazienti” in attività ludiche e socializzanti adeguate.
Che significa? Che attualmente Mirella, Graziella, Mariarosa, Paola, Giulia, Giuseppina, Mariangela, Daniela e Rita a turno si mettono a disposizione di sei ospiti (quattro donne e due uomini) per svolgere insieme a loro - secondo una tabella di marcia consolidata - attività di musicoterapia, giochi da tavolo, lavori grafici e qualche passeggiata.
Il Centro. Quando entriamo nel centro, gli ospiti, seduti intorno a un tavolo, stanno giocando a tombola. “Ce l’ho il 27?”, chiede Milena alla volontaria che sta tenendo il cartellone. “No, non ce l’hai”. Il gioco è semplice, così come apparentemente semplice è la quotidianità, la percezione di sé, il ricordo degli eventi passati, la consapevolezza del presente.
Eppure per gli ospiti del Centro Sollievo niente è dato per scontato. Pia, Milena, Sereno, Celeste, Lina, Eugenio ricordano tessere di vita, esperienze affettive e professionali, ma per inserirle in un filo cronologico o logico devono essere aiutati, sollecitati alla memoria. “I vecchi subiscon le ingiurie degli anni, non sanno distinguere il vero dai sogni”, dice Guccini in una canzone memorabile.
Al Centro Sollievo di Cappella Maggiore (realizzato anche col sostegno dei comuni di Fregona e Sarmede) i “vecchi” (che fisicamente sembrano aver fatto lo sgambetto al criterio anagrafico) sono - come ha scritto un familiare - “paesaggi umani vaganti, erranti, incoerenti, bizzarri, ma simbolicamente sono una risorsa, un tesoro di poesia e di essenzialità”. E le volontarie ne sono convinte.
“Quando esco dal centro - spiega Mirella, che è la più anziana tra le volontarie - mi sento più ricca, più felice, più “sollevata”. Sono gli ospiti a trasmettermi queste sensazioni. E io sono convinta che siano loro a dare a me molto di più di quanto non possa fare io.” Per rispettare i parametri dell’Ulls, il Centro dovrebbe avere il rapporto di un volontario per ospite. “Per questo motivo - aggiunge Graziella - cerchiamo altri volontari che ci affianchino. Potremmo così ospitare altri anziani, allargare questa “famiglia”.