La Focaccia con l’uva

Una ghiotta idea per il mese di settembre

| Giampiero Rorato |

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Giampiero Rorato | commenti |

TREVISO - Ci sono fra le nostre lettrici e i nostri lettori persone che conoscono questa bella focaccia legata al tempo delle vendemmie, la cui antica origine è fatta risalire alle casalinghe toscane.

Tuttavia da tempo è presente anche in Veneto e nel Trevigiano e credo che i Trevigiani che vivono lontano dalla terra natale, negli USA, inl Brasile, in Australia e che leggono costantemente Oggitreviso la vorranno provare a casa loro e sarà sicuramente un successo.

Merita qui ricordare che la vite è arrivata in Veneto portata quasi sicuramente dagli antichi Heneti, cioè i Paleoveneti provenienti dall’Asia minore (precisamente dalla Paflagonia, regione che si trovava nella fascia costiera settentrionale della Turchia) al seguito di Antenore, il mitico fondatore di Padova.

Storia o leggenda?

Sappiamo dai reperti archeologici e dai documenti storici che i vitigni più antichi presenti in questa regione erano chiamati in epoca romana Pucinum (da sempre presente sul Carso triestino, antenato dell’attuale Glera-Prosecco) e Picina, che i romani definirono (omnium nigerrima), e”picina” significa “pece”, quindi “vino nero come la pece più nero di ogni altro” (ed è considerato l’antenato dei vini nerissimi, come il Refosco e il Raboso.

Qualche tempo dopo i Fenici hanno portato la vite sulle coste del Mediterraneo, quindi anche nel Sud Italia e soprattutto in Grecia, e furono poi i coloni greci a introdurre in Italia numerose varietà che i Romani già con Giulio Cesare e in seguito diffusero in tutta Europa.

Se, dunque, la viticoltura dalle nostre parti è antica di circa tre millenni, ben si capisce come da sempre l’uva sia stata impiegata nei dolci, e non solo l’uva appassita nella nostra celebre pinza epifanica.

L’uva è sempre entrata nelle nostre cucine, negli antipasti, in vari piatti e nei dolci e quello che qui presento è stato elaborato per noi da una bravissima maestra di cucina, una signora di grande cultura non solo enogastronomica e per questo chiamata spesso nelle trasmissivo RAI, in particolare a geo, per raccontare e presentare in diretta le ricette della nostra tradizione. Mi riferisco ad Anna Maria Pellegrino, una cara amica, che è anche presidente dell’Ass. Food Blogger italiana e che pubblicamente ringrazio per il serio e sapiente contributo che quotidianamente offre per conservare la nostra bella cucina, adattandola con intelligenza ai tempi nuovi.

Focaccia con l’uva

Dosi: per 6-8 persone. Preparazione: 30’ più il riposo. Cottura: 1h. Difficoltà: media

Ingredienti per la pasta: 400 g di farina 0, 270 ml di acqua tiepida, 80 g di zucchero semolato, 30 ml di olio, 15 g di lievito di birra fresco, 10 g di sale fino. Ingredienti per la focaccia: 1 kg di uva nera da vino, 120 g di zucchero di canna, 60 ml di olio evo.

Sciogliete il lievito in metà dell'acqua e lo zucchero nell'altra metà. Nella ciotola della planetaria unite la farina setacciata, il lievito sciolto nell’acqua e iniziate a impastare, dopo qualche minuto unite lo zucchero sciolto nell’acqua, il sale e l’olio fino a ottenere un impasto liscio e sodo. Ci vorranno circa 10’. Coprite e fate riposare a temperatura ambiente per 1h30’.

Dividete l’impasto e l’uva in due parti: 2/3 e 1/3. Stendete la parte più grande, aiutandovi con le mani unte, in una teglia ben oliata grande (32-34 cm di diametro o 35x30 rettangolare), avendo cura di lasciare i bordi alti. Rovesciatevi sopra 700 g dell’uva lavata e asciugata, spolverate 3 cucchiai di zucchero e coprite con l’impasto restante già steso.

Ripiegate i lembi della pasta sottostante, sigillando bene. Decorate con l'uva rimasta, terminate con lo zucchero e con un giro d’olio.

Fate riposare mentre il forno, statico, raggiunge i 180°/200° e cucinate per circa 50’ o fino alla doratura della superficie dove sarà evidente anche il succo, così da renderla lucida e golosa. Fate raffreddare completamente e servite. E’ buonissima anche il giorno dopo.

 



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