“Non vogliamo la didattica a distanza”: gli Studenti Medi del Veneto alzano la voce
Quanto sta accadendo in altri parti d’Italia ha messo in allarme gli studenti che accusano Zaia di spingere verso la dad
VENETO - La chiusura delle scuole in Campania, decisa unilateralmente dal governatore Vincenzo De Luca, sta provocando un’insurrezione. Famiglie e studenti, Conte e Azzolina: condanna senza appello per un provvedimento a dir poco precipitoso. Ma che – secondo la Rete degli Studenti Medi del Veneto - tra non molto potrebbe essere lo stesso che adotterà Zaia.
Almeno leggendo tra le righe, ma neanche più di tanto, di quanto è andato dichiarando il governatore veneto nei giorni scorsi. La “serrata” degli istituti è attesa con un’alta percentuale di probabilità dagli studenti medi. E anche di prevedibilità. Spiega Tommaso Biancuzzi, coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi del Veneto.
‘’Non siamo affatto stupiti: il Veneto è una delle poche regioni senza un piano per il rientro costruito ad hoc, senza il benché minimo confronto con sindacati e studenti. Sono mesi che chiediamo chiarimenti sul rientro, in particolare su trasporti e sicurezza nelle scuole, sentendoci ignorati e derisi da Zaia e dall' assessora all'istruzione Elena Donazzan”.
E poi l’affondo: “Che si aprisse solo per chiudere, senza una vera strategia, era evidente a tutti: docenti, studenti, famiglie...a tutti tranne che a Zaia a quanto pare.’’ E se viene logicamente ri-bocciata la didattica a distanza - “un palliativo, non una soluzione” – l’appello è di “rimettere al centro studentesse e studenti per un accesso uguale per tutti al mondo del sapere”, dopo che in questi mesi – ricorda Tommaso Biancuzzi – “migliaia di ragazze e ragazzi veneti sono stati esposti al rischio, avendo Zaia e Donazzan scaricato la responsabilità sui singoli istituti”.