Preside del Berto pubblica meme su Salvini: la reazione dei social e del Sindaco
La Dirigente assicura che si è trattata solo di una leggerezza fatta sul suo profilo Facebook personale
| Manuel Trevisan |
MOGLIANO VENETO – I meme di Facebook, si sa, per quanto divertenti siano hanno il potere di creare aspre polemiche, soprattutto se a condividerli sono persone che ricoprono ruoli istituzionali. È quanto accaduto a Mogliano, dove la preside del Liceo Berto, Filippa Lo Iacono, ha condiviso la foto del leader della Lega, Matteo Salvini, in guisa di mullah talebano.
Nonostante la Dirigente Scolastica abbia subito preso le distanze dall’accaduto, dichiarando al Gazzettino che si è trattato “solo di una leggerezza che ho condiviso con pochi amici per poter sorridere a fine giornata e che ho pubblicato sulla mia pagina Facebook personale, non certo istituzionale, senza alcuna intenzione offensiva”, non è riuscita a scampare dalla polemica a livello nazionale.
Sulla vicenda il sindaco Davide Bortolato ha dichiarato: “Oramai tutti quanti utilizzano i social network per manifestare e rendere pubblica la propria idea e le proprie preferenze. Talvolta lo si fa anche in modo superficiale e spesso senza ragionare sul ruolo che si rappresenta in una comunità.
Paradossale che proprio un Dirigente Scolastico possa condividere un post offensivo e volgare sebbene sia la persona preposta a difendere il modello educativo e sociale di una scuola prestigiosa per tutto il territorio e preziosa per la nostra città come il Liceo Giuseppe Berto. Ci auguriamo che fatti del genere non si ripetano mai più soprattutto per chi rappresenta le istituzioni scolastiche”.
Anche al senatore Salvini è arrivata subito la notizia della vicenda e nei suoi social ha commentato così: “Questa signora fa la Preside e ha la responsabilità di centinaia fra insegnanti e studenti. E si diverte così...”.
Ma il polverone alzato da un click non va giù alla Lo Iacono che ribatte: “Esprimere le proprie idee fa parte del diritto di ognuno, della libertà di espressione. Non sono offese. Poi l'anarchia dei social fa parte delle regole del gioco”.