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23 dicembre 2024

Esteri

Mucche addio! Formaggi, mozzarelle e latte da colture cellulari e colonie di microorganismi

Una start-up israeliana utilizza colture vegetali per produrre cibi caseari

| Irene Zorzenoni |

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| Irene Zorzenoni |

Mucche

ISRAELE- I prodotti bio e veg colmano sempre di più gli scaffali dei nostri supermercati. Una sperimentazione ambientalista o una strategia di marketing? Per Imagindairy, una start-up a Tel Aviv, sicuramente la prima opzione. L’idea? Latte di mucca ma senza la mucca. L’azienda si prefigge infatti l’obiettivo di creare latticini utilizzando però colture cellulari e colonie di microorganismi, per i quali sarebbero stati stanziati 11,5 milioni di euro di finanziamento.

 

Per quanto nel nostro paese l’idea sia vista ancora con scetticismo, in Israele numerose imprese cercano di adattarsi a quello che è il cambiamento climatico e di trovare soluzioni “green” alle emissioni di gas serra. È risaputo, infatti, che l’allevamento di bestiame è una tra le cause più pesanti di produzione di metano (fino al 32%). Una delle leve più potenti per la riduzione dell’inquinamento sarebbe, a detta anche della Cop26, proprio la riduzione dell’idrocarburo gassoso.

 

La sperimentazione dell’impresa si baserebbe sulla programmazione di funghi o altri microrganismi vegetali, per la fabbricazione di proteine del latte (siero di latte e caseina). Ciò avviene mediante l’inserimento di parti di DNA nei microrganismi e attraverso l’utilizzo di acqua, grassi e zuccheri di origine vegetale. Un altro punto a favore dell’iniziativa sarebbero le drastiche riduzioni sia di spazio utilizzato, circa l’1% rispetto alla superficie adibita al pascolo del bestiame, sia l’acqua, di cui se ne impiegherebbe solo il 10%. La società israeliana diventerebbe la seconda ditta al mondo, dopo quella statunitense Perfect Day, ad utilizzare prodotti lattiero-caseari senza ricorrere all’allevamento di mucche.

 

Un recente sondaggio ha dimostrato che il 23% dei vegetariani flessibili, i cosiddetti “flexiterian”, sarebbe stato molto propenso nel provare questo cibo innovativo. “Siamo sulla strada di una completa trasformazione del sistema alimentare che ci aiuterebbe a raggiungere l'obiettivo climatico di 1 , 5 ° C e ridurre significativamente il 70% della deforestazione globale legata allo sgombero dei terreni per gli animali e alla coltivazione del loro cibo”: spiega Stephanie Jaczniakowska-McGirr, responsabile dell'industria alimentare e della vendita al dettaglio presso il gruppo di campagne ProVeg International.

 


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Irene Zorzenoni

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