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25 dicembre 2024

Montebelluna

Azienda di Montebelluna la lascia a casa perché incinta

“Perché non veniamo accettate dalle aziende se vogliamo portare al mondo un figlio?”

| Ingrid Feltrin Jefwa |

immagine dell'autore

| Ingrid Feltrin Jefwa |

Operaia in fabbrica

MONTEBELLUNA – L’ennesima storia di discriminazione femminile, questa volta in un'azienda Montebellunese dove Anna (nome di fantasia) viene assunta tramite un’agenzia di lavoro interinale. “Cercavo lavoro e mi sono rivolta ad un’agenzia: mi hanno chiamata subito offrendomi un buon impiego in un’azienda seria”: spiega la protagonista della vicenda.

La donna ben contenta dell’opportunità ha la sensazione di essere stata reclutata da una ditta seria, visto che le fanno fare anche un corso di una decina di giorni, sia teorico che pratico nel reparto dove dovrà poi lavorare. Un’esperienza formativa utile che le permette poi d’iniziare a lavorare con una certa sicurezza e competenza.

Anna spiega che: “Ho firmato un contrato a tempo determinato di 6 mesi con 13 giorni di prova. Inizio il mio lavoro il 6 giugno e credevo che andasse tutto bene: nessuna lamentela da parte del responsabile in reparto e io ero contenta. Ma il 22 scopro di essere incinta e non mi pare corretto tenere all’oscuro l’azienda anche se ho solo un contratto di 6 mesi”.

La lavoratrice informa subito l’agenzia che a sua volta comunica la novità all’azienda: “Sono sempre stata una persona sincera e una lavoratrice seria, cosa che mi hanno sempre riconosciuto dove ho lavorato – precisa Anna -. Per correttezza volevo parlarne anche con l’Ufficio personale in azienda ma nel pomeriggio del 22 (in fabbrica avevo lavorato nel turno del mattino) mi convoca l’agenzia. L’azienda gli aveva inviato una e-mail per informarli che avendo concluso il mio periodo di prova il contrato veniva annullato: il 22 giugno era il mio tredicesimo giorno di prova”.

Anna, per la sua onestà, non solo perso ha un’opportunità di lavoro ma le è stata ventilata anche l’ipotesi di dover pagare per il corso propedeutico fatto prima di iniziare a lavorare. “Vorrei poter lavorare ma purtroppo succedono queste cose anche in aziende che sembrano serie: appena una donna rimane incinta nessuno la vuole più sul posto di lavoro. È una discriminazione che si fa a tantissime donne solo perché vogliono un figlio: non vedo cosa ci sia di male! Io non avrei chiesto niente alla azienda, avrei solo voluto lavorare per quei sei mesi di contratto”.

Un vicenda emblematica di una mentalità discriminatoria. Pur se l’azienda è formalmente nel giusto, dato che Anna era ancora in prova (era l’ultimo giorno), tocca constatare che nel 2022 c’è tuttora chi pensa che la gravidanza sia un problema, in ambito lavorativo. Beh, dato che pare ci sia ancora la necessità di ricordarlo, va detto che la gravidanza non è una malattia e di certo la “seria” azienda in questione ha perso l’occasione di dare lavoro a una persona onesta!

 

Foto di repertorio di una lavoratrice in fabbrica

 

 

 

 

 

 


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Ingrid Feltrin Jefwa

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