Pensatori da tutto il mondo a Roma per una filosofia attraverso confini
Tra i relatori il trevigiano prof. Vero Tarca, con un intervento sulle pratiche filosofiche. "Con l'avvento dell'Intelligenza artificiale molti sono convinti che siamo alla fine dell’umano"
Treviso - Mentre a Parigi si gareggiava alle Olimpiadi, altra disputa, per molti aspetti paragonabile, si svolgeva a Roma, nel Congresso mondiale di filosofia. Ottomila pensatori, da ogni latitudine, di varie estrazione e differenti tradizioni, a discutere per una intera settimana su: “La filosofia attraverso i confini”.
Argomento che si impone e che più attuale di così non si sarebbe potuto trovare per un appuntamento itinerante nelle capitali mondiali, la cui ultima edizione risale al 2018, a Pechino. La peculiarità sta nella transculturalità di un simposio che mette l’una accanto all’altra etnie, civiltà e forme sapienziali dell’oriente oltre che dell’occidente. Uno spazio nel quale sono convenuti - si potrebbe dire - i diversi modi di filosofare sulle questioni più rilevanti del momento.
Tra gli invitati, a relazionare, il trevigiano Luigi Vero Tarca, Professore onorario presso l’università Ca’ Foscari di Venezia, dove in precedenza è stato Professore Ordinario di Filosofia teoretica. Co-fondatore, poi Presidente, della Società Filosofica Italiana – Sezione Trevigiana. Direttore scientifico dello “Young Thinkers Festival” di Treviso-Ischia-Napoli, in collaborazione con il liceo classico del capoluogo "A. Canova". Allievo di Emanuele Severino, ha ideato e promosso numerose e varie attività di Pratiche filosofiche. E proprio a questo aspetto ha dedicato un importante lavoro intitolato: “La filosofia come stile di vita. Introduzione alle pratiche filosofiche” (B. Mondadori, Milano 2003).
Su questa dimensione del filosofare è stato chiamato a discutere con i filosofi del resto del mondo.
Professore, cos’è la filosofia come stile di vita?
È creare uno spazio di dialogo, ma anche di vita, che risulti coerente con quello che il discorso filosofico dice.
Un esempio?
Se dico a un ragazzo: “Non essere timido” ma in tono sgarbato, l’effetto che ottengo, facilmente immaginabile, sarà contrario al risultato che mi prefiggevo di raggiungere.
Messaggi veicolati attraverso canali, come i toni, sbagliati. Sembra che accada spesso nelle aule delle nostre scuole…
Nella nostra scuola questo tipo di contraddizione investe questioni ancora più decisive. Si insegna il Socrate del “So di non sapere” però poi accade che lo studente venga promosso o bocciato sulla base di ciò che sa o non sa. Ma, si badi, non si tratta di demolire l’impianto scolastico e il suo edificio quanto piuttosto di riflettere sull’importanza di far transitare coerentemente il messaggio filosofico.
Occorre la pratica
Sono importanti le pratiche come esercizio di vita, per dirla con Pierre Hadot.
Sta qui, a suo modo di intuire, il futuro della filosofia?
Bisogna prima vedere se la filosofia avrà un futuro... Viviamo nell’epoca dell’Intelligenza artificiale e della robotizzazione dell’umano: importanti pensatori sono convinti che siamo alla fine dell’umano.
E quindi della filosofia?
Se finisce l’umano viene meno per ciò stesso il logos che lo ha costruito, e quindi la filosofia che su di esso si basa.
Come in un sillogismo aristotelico
Il vero problema è che il rapporto tra Intelligenza Artificiale ed esperienza filosofica pone una domanda alla quale non può rispondere chat Gpt, proprio perchè a questo punto essa è il problema piuttosto che la soluzione. Utile allora è continuare a discutere in spazi come il Congresso mondiale, aprendosi ancora di più a forme sapienziali altre, come il buddismo, l’induismo, il taoismo ma soprattutto restando fedeli anche alla nostra tradizione sapienziale che, scrutata in profondità, è ben più che mero calcolo razionale.