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22 dicembre 2024

Cronaca

Veneto: perdite idriche allarmanti, il 42,2% dell'acqua immessa non arriva ai rubinetti

A Belluno il dato è del 64,2% mentre la più virtuosa è la provincia di Treviso con il 18,4%

| Margherita Zaniol |

| Margherita Zaniol |

acqua

VENETO - In Veneto, il 42,2% dell'acqua immessa nella rete idrica per usi civili non raggiunge le utenze, con il comune di Belluno che registra il dato peggiore, con una dispersione del 64,2%. Ogni giorno nella regione vengono immessi circa 1,75 miliardi di litri d’acqua, ma 740 milioni di litri si perdono lungo le tubazioni. Le cause principali di queste perdite sono legate a tubature obsolete, errori di misurazione e usi non autorizzati. Belluno è la città più colpita con 435 litri d'acqua persi su 678 immessi per abitante, posizionandosi al 10° posto tra i comuni italiani per dispersione idrica. Seguono Venezia con il 41,7% di perdite, Rovigo con il 37,4% e Verona con il 34,9%. I dati più incoraggianti si registrano a Padova (30,6%), Vicenza (21%) e Treviso (18,4%), secondo l'Ufficio studi della CGIA.

L'Italia, il Paese più idroesigente d'Europa
L'Italia si conferma il Paese europeo con la maggiore richiesta di risorse idriche, con un prelievo di 40 miliardi di metri cubi all’anno. Di questi, il 41% è destinato all’agricoltura, il 24% agli usi civili, il 20% all’industria e il 15% alla produzione di energia elettrica. Il consumo giornaliero per usi civili ammonta a 25 milioni di metri cubi, impiegati non solo dalle famiglie, ma anche dalle imprese, strutture ricettive e servizi pubblici.

La situazione nazionale e le regioni più virtuose
A livello nazionale, la Basilicata si distingue negativamente con il 65,5% di perdite idriche, seguita da Abruzzo, Molise, Sardegna e Sicilia. Il Veneto, con il suo 42,2% di dispersione, si colloca in una posizione intermedia. Le regioni con le reti idriche più efficienti sono la Lombardia (31,8%), la Valle d’Aosta (29,8%) e l’Emilia Romagna (29,7%).
Crisi idrica: impatti sui settori produttivi
La crisi idrica non risparmia i settori produttivi, colpendo in particolare le piccole imprese dei comparti manifatturieri ad alta intensità d’uso idrico, come il tessile, il petrolchimico, il farmaceutico e la produzione di materie plastiche e metalli.

Investimenti e PNRR: oltre 5,3 miliardi per ridurre le perdite
Per affrontare il problema delle perdite idriche, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha stanziato oltre 5,3 miliardi di euro, destinati alla creazione di nuove infrastrutture, al miglioramento delle reti idriche e alla depurazione delle acque reflue.
Dissalatori: una possibile soluzione per il futuro
Tra le soluzioni per contrastare la scarsità d’acqua, si valuta anche l'opzione dei dissalatori. In Veneto, a Taglio di Po', è attivo un dissalatore mobile, dimostrando che l'Italia sta esplorando tecnologie già utilizzate con successo in altri Paesi per garantire la disponibilità di acqua. Tuttavia, l'uso dei dissalatori pone ancora sfide in termini di consumo energetico e impatto ambientale.
 


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Margherita Zaniol

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