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Umberta Mondin, la donna che parla a rovescio
Una caratteristica che l’ha sempre accompagnata sin da piccola e che per gioco l’ha scoperta. Sentirla parlare è davvero impressionante a tratti disarmante e non si tratta di parole imparate a memoria ma riesce a cantare a rovescio anche una canzone ascoltata per la prima volta. Parlare a rovescio con disinvoltura pronunciando le parole di una frase dall’inizio alla fine è quasi impossibile per noi umani tuttavia per Umberta Mondin è naturale e la rende felice. Mi ha accolta nella sua casa e mi è bastato trascorrere un paio di ore in sua compagnia per capire un po' di lei: ” Un’Alice nel Paese delle Meraviglie” così si definisce.
“Avevo intorno ai sei anni quando mi si è spalancata la porta ad un mondo magico a me sconosciuto ovvero la mia reversibilità delle parole e dello scritto. Fu il mio passaggio attraverso lo specchio, il mio viaggio nel “Paese delle Meraviglie”: le meraviglie delle parole a rovescio, ero abile e veloce e la mia confidenza mi permetteva di mettere in difficoltà i miei famigliari ed amici; tant’è che mi divertiva anche il potere di ottenere la sempre sfuggente attenzione degli adulti”.
“Sono nata a Treviso il 20 aprile 1976, un'infanzia normalissima come tutti i bambini, fino all'età dei sei anni, quando durante una vacanza natalizia in montagna, assieme alla mia famiglia ed amici una sera mia sorella, che è più grande di me di quattro anni, propose un gioco a tutti noi bambini e si trattava appunto di rovesciare le parole. Ci mettemmo tutti in cerchio ed incominciammo. Tutti facevano un po' fatica, non era immediato e si mettevano a pensare, tant’è che quando è arrivato il mio turno pronunciai e rivoltai la parola come una mitragliatrice senza neanche pensare e riflettere, come se avessi un'altra persona dentro che parlava al posto mio. A quel punto mia sorella è corsa dai miei genitori riferendo dell’accaduto. Prova a pensare la loro reazione soprattutto di mio padre, un uomo paurosissimo e che subito ha detto a mia madre: “Cea vara che dovemo portare Umberta a esorcisar”. Da quel momento ho cominciato a parlare come una “posseduta” – sorride – tant’è che quando andavo in auto con i miei genitori, dopo aver scoperto questa mia dote, lungo i tragitti stradali incrociando con gli occhi tutti quei cartelloni pubblicitari affissi ai margini della strada rovesciavo le parole perchè mi faceva stare bene e mi sentivo libera”.
Una donna che parla a rovescio. Si spieghi meglio.
“La mia non è una memoria fotografica bensì una capacità naturale di saper enunciare un intero discorso pronunciando le parole al contrario, mi viene tutto così naturale. Se qualcuno pronuncia una parola o frase prima di ripetere le stesse cose a rovescio alzo lo sguardo, fisso un punto e via con il rovescio. Riesco a concentrarmi guardando nel vuoto e nell’immediato il mio cervello mi restituisce la frase al contrario.”
Può farmi qualche esempio del suo parlato a rovescio?
“Ho due tecniche ovvero due modi di rovesciare le frasi, parole e canzoni ossia: se ho una frase breve di senso compiuto che ha un inizio e una fine tipo: “Ciao, come sei bella” “Alleb ies emoc, oaic” cioè rovescio sia la frase dalla fine all’inizio che le parole. Se si tratta invece di una canzone per me sarebbe impossibile quindi la canto rovesciando solo le parole e mentre libero questo mio modo di essere mi sento avvolta da una energia indescrivibile. A proposito di canzoni sono stata chiamata da un gruppo musicale rock/metal e mi sono prodigata per loro nel cantare l’introduzione del testo di una loro canzone ma a rovescio tant’è che quando mi hanno fatto riascoltare il brano mi facevo impressione da sola”.
Così accade anche quando legge?
“Per quel che riguarda un libro non lo leggo a rovescio è il mio cervello che quando gli dò l’input gira il suono proprio perché è quest’ultimo che mi permette di rovesciare la parola, ho come un reverse nella testa automatico”. Secondo alcuni neurologi si tratta di uno sviluppo avanzato dell’emisfero destro del nostro cervello che di solito viene ignorato tuttavia chi possiede questa capacità nutre una grande dote artistica e di creatività ed una predisposizione per la matematica in senso astratto ossia di schematizzare ed avere una visione d’insieme.
Lei è stata selezionata ed invitata a partecipare in varie trasmissioni televisive.
“Infatti quando si era divulgata questa mia dote fui chiamata in vari programmi televisivi come ospite da Paolo Bonolis, Gerry Scotti, Maria De Filippi insomma mi volevano ovunque tuttavia non era quello che volevo io proprio perché non mi garbava svendere e far passare questa mia dote come una pagliacciata invece che un dono che mi è stato regalato e di cui ne vado fiera ed orgogliosa”.
Una donna con una particolarità innata come la sua, in quale professione si adopera ad oggi?
“Lavoro presso uno studio legale e tra l’altro già da più di vent’anni. Un’anima artistica e un lavoro che di artistico non ha proprio nulla – sorride -. Ho dovuto soccombere la mia parte sognatrice con la rigidità della mia famiglia. Credo di aver preso un po' da mio zio Paolo Trevisi, famosissimo regista di teatro e di opere liriche, grandissimo artista; sicuramente avrei avuto il suo sostegno, lui mi avrebbe compresa se fosse ancora tra di noi”.
C'è una spiegazione scientifica a questa sua reversibilità di suono e quindi parole?
“Assolutamente si difatti l’unico medico in Italia ad essersi interessato e prodigato per questa rara capacità è lo psicologo e neurologo di Reggio Emilia Renato Cocchi, che la attribuisce a una alterazione dell’emisfero destro affermando che tutti percepiamo le parole al rovescio, perché ogni segnale che arriva al nostro cervello produce due immagini: una normale e una al contrario e la maggior parte delle persone ha la dominanza emisferica a sinistra per il linguaggio: se io dico “Roma” il cervello di sinistra registra regolarmente “Roma” ma quello di destra riceve contemporaneamente “Amor”. L’unica differenza fra chi parla al contrario e chi no sta nella capacità d’espressione dell’emisfero destro ovvero la parte del cervello deputata a sopprimere la percezione del contrario sia esso di una parola orale, scritta o di un sentimento. Chi rovescia parole e frasi libera un tipo di espressione dell’emisfero destro che nella maggior parte delle persone rimane sopita. Si dice anche che chi parla a rovescio tende a essere indeciso difatti non essendoci in questi soggetti un emisfero dominante sull’altro ogni decisione presuppone in egual misura la valutazione del suo contrario. Il problema può arrivare quando si passa ai sentimenti, che pur essendo positivi si esprimono al negativo.
A tal proposito come ha vissuto e gestito i suoi stati d’animo?
“Difatti oltre ai suoni a rovescio ci sono anche i sentimenti a rovescio visto il gioco di equilibri tra emisfero destro e sinistro ed ho lavorato moltissimo su quest’ultimo aspetto. Nella adolescenza mi capitava spesso di pronunciare a voce alta l’amore che provavo nei confronti di mia madre e della famiglia tuttavia il mio interno li percepiva e pensava al contrario ovvero in maniera negativa. Lì ho passato degli anni d'angoscia sebbene mia madre mi rassicurava sempre. Adesso sono grande e riesco a gestire gli affetti sia dentro che fuori ma è stato molto difficile e complesso”.
Chi è Umberta Mondin?
“Una Alice nel Paese delle Meraviglie in chiave moderna; libera e spensierata ma non ingenua e sciocca, capace di rapportarsi con il mondo ma di non perdere la dote preziosissima della fantasia sognatrice e del mio mondo parlato alla rovescia”.
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