TICKET 3 EURO: "FORCHE CAUDINE PER I PAZIENTI"
E se la Regione ha promesso di toglierlo il sindacato aspetta sempre un tavolo di concertazione
| Laura Tuveri |
VENEZIA - Ticket sui referti, molto critica la Cisl del Veneto. “Il miniticket dei 3 euro per farsi leggere, dal medico ospedaliero, il referto medico ha avuto un solo merito: alzare il velo su quel percorso tra le forche caudine a cui devono sottostare molti pazienti. E’ l’opinione di Sabrina Dorio (in foto), responsabile delle politiche sociali e sanitaria per la Cisl del Veneto.
In effetti il richiamo ai gioghi sotto i quali dovettero passare i Romani sconfitti da Sanniti ci sta, considerato quello a cui un qualsiasi cittadino deve sottoporsi in casi come questi. Ecco il suo accidentato percorso per potersi curare. Deve farsi fare l’impegnativa dal medico curante, prenotare la visita (e l’appuntamento si può avere anche dopo mesi), alla visita (pagamento ticket) il medico dispone la richiesta di esami.
C'è quindi la prenotazione degli esami (e anche qui possono passare mesi prima di poterli fare), fatti gli esami li ritira (pagamento ticket) e prenota un nuovo appuntamento per la lettura dei referti con la conseguente attesa e infine c’è la visita medica per la lettura dei referti con il pagamento del nuovo ticket.
“La questione del ticket dei 3 euro – sostiene Dorio- va risolta subito cancellando l’ulteriore pedaggio e considerando la lettura dei referti come parte integrante della visita medica già svolta, in una parola “compresi nel prezzo”.
Oltretutto la gestione di questo ennesimo ticket costerebbe alle Usl più del ricavato. Ma il vero problema – conclude la sindacalista - è di sistema organizzativo e come tale va affrontato. E’ da tempo che chiediamo un tavolo permanente con l’assessore Coletto per confrontarci anche su questi aspetti. Va quindi bene che l’assessore, come si è impegnato a fare, ritiri il provvedimento, ma noi aspettiamo ancora il tavolo”. I pazienti del sistema sanitario veneto non possono essere considerati, come i Romani, nemici sconfitti, nemmeno dai plenipotenziari della sanità veneta.