Treviso - Ci sono anche due trevigiani nella lista di coloro che avrebbero portato denaro nel paradiso fiscale del Liechtenstein. Marito e moglie che sono finiti nell’inchiesta avviata dalla Procura nazionale antimafia e dallo Scico della Guardia di Finanza (il Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata). L’indagine accerterà non solo gli eventuali profili di riciclaggio di denaro, ma anche se i due indagati fossero in realtà dei prestanomi. ovvero se avrebbero aperto conti correnti utilizzando capitali altrui. Qualcuno che, disponendo di elevate liquidità da nascondere al fisco, ha preferito rimanere dietro le quinte. Utilizzando la copertura di persone che potevano varcare il confine senza destare sospetti e senza far scattare i controlli. Per ora non si sa a quanto ammonta l’entità del capitale trasferito nel paradiso fiscale del Nord Europa, ma si tratterebbe di cifre davvero alte, accumulate nel corso degli anni. Solo la Procura di Treviso non fa trapelare i nomi degli indagati, mentre le altre 36 procure coinvolte hanno diffuso le identità di coloro che hanno sottratto soldi alle casse dello Stato, anche agendo per conto di altri.
Tutti i correntisti, e quindi anche i due trevigiani, devono rispondere anche dei reati di «infedele dichiarazione e omessa dichiarazione dei redditi».
La coppia trevigiana farebbe dunque parte di quei 390 indagati per i conti in Liechtenstein, tra cui figurano interi gruppi familiari. La lista dei correntisti nella Lgt Vaduz è arrivata ieri a Treviso e la Guardia di Finanza sta verificando le posizioni dei presunti evasori che avrebbero portato i capitali all’estero. I loro nomi verranno iscritti nelle prossime ore nel registro degli indagati della procura di Treviso con la contestazione dei reati già ipotizzati dagli inquirenti romani.