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23 aprile 2024

Treviso

ATALMI, ABOLIAMO LA DIA PER INSTALLARE GLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI

Il consigliere regionale trevigiano si batte per favorire l'incremento degli impianti a energia alternativa

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

Treviso - Il consigliere regionale, il trevigiano Nicola Atalmi (Sinistra Arcobaleno) ha presentato al Consiglio regionale una legge per rendere più economico ai privati, l’installazione di impianti fotovoltaici e termici per uso domestico.

La legge propone di cancellare la Dia, con un risparmio per impianto di circa mille euro per i cittadini e di snellire l’iter burocratico attualmente necessario. Negli ultimi due anni le richieste di installazione di impianti solari fotovoltaici e termici per usi domestici si sono moltiplicate anche nel nostro paese e nella nostra regione. Secondo una ricerca del centro studi di SolarExpo, la principale fiera italiana del settore delle energie rinnovabili, che si svolge a Verona dal 15 al 17 maggio, si evidenzia che il solare termico ha raggiunto nel 2006 il considerevole livello di 130 MWth installati, pari a 186.000 m2, e che nelle previsioni viene indicata una crescita media del 54%, il che porterebbe nell’anno in corso a un installato di 200 MWth, pari a 286.000 m2, e a un parco funzionante stimabile nel nostro paese attorno al milione di m2. Si aggiunga a questo che il valore del mercato nazionale è per il solo solare termico di 78 Ml di Euro e che ad ogni 100 m2 installati corrisponde un posto di lavoro fisso nel settore.

Il nostro paese era nel 2006 per valore del venduto il quinto mercato europeo in questa tecnologia mentre per tasso di crescita si allineava ai due paesi europei attualmente più dinamici, Spagna e Francia. Nel campo del solare fotovoltaico la nostra regione, secondo i dati del Gse (Gestore del Sistema Elettrico), è al terzo posto in Italia con 596 impianti installati (dati 2007) e una potenza installata di 3,844 Mwp (di cui più di 1 Mwp nella provincia di TV).

Il mercato è in fortissima crescita grazie al Conto Energia e anche nella nostra regione è atteso un boom di installazioni, tanto che anche gli istituti di credito hanno approntato linee di finanziamento specifiche per aziende e famiglie. Va considerato inoltre che in Veneto sono presenti le principali aziende industriali ed artigianali italiane attive nel mercato solare, in particolare nell'area compresa tra Padova, Treviso e Vicenza.

Atalmi con la sua proposta vuole indurre gli amministratori regionali ad porsi il problema dei costi delle installazioni. Il costo delle installazioni – sottolinea l’esponente della sinistra - è in discesa, ma rimane comunque alto anche per effetto di un iter burocratico, quasi mai snello ed agevole, che ha dei costi rilevanti anche sul piano economico. Se da un lato, infatti, l'impatto economico di una pratica burocratica è trascurabile all'interno di un progetto di dimensioni ragguardevoli (superiori al normale standard familiare di 3kWp fotovoltaici installati sul tetto o 20 mq di solare termico) questo stesso importo arriva a rappresentare il 20-25% del costo nel caso di piccoli impianti solari domestici.

Il principale costo infatti è rappresentato dall'istruttoria di presentazione della Dichiarazione di inizio attività presso il comune competente, che può arrivare a costare anche 1000 euro, comprendendo anche il compenso per il tecnico che la redige e la presente presso il competente ufficio comunale. Capita quindi che impianti solari familiari per l'acqua calda del costo di 3 mila euro arrivino a costare 3 mila 500 o 4 mila euro per effetto di questi costi, non strettamente necessari. “La Dia, infatti, salvo nei casi in cui una tutela accessoria dell'immobile si rende palese, è in definitiva un documento pleonastico – evidenzia Atalmi - in questi casi, laddove l'apposizione di piccoli impianti solari non cambia il paesaggio o l'urbanistica in maniera più radicale di quanto non lo faccia la piantumazione di un albero o l'installazione di un condizionatore d'aria. Per agevolare realmente questo tipo di installazioni, così necessarie al nostro paese nello sforzo di abbattimento della bolletta petrolifera e tutela dell'ambiente, è necessario eliminare quei costi e quelle lungaggini che si possano eliminare senza pregiudizio per la collettività.

Si ritiene pertanto che nel caso di piccoli impianti visivamente ben integrati negli edifici, e in tutti i piccoli impianti delle aree rurali, la funzione di informazione verso l'ente Comune che la normativa attribuisce alla Dia possa sostituirsi con una semplice comunicazione a mezzo raccomandata al termine dei lavori, che informi l'Ente pubblico dell'avvenuta installazione e delle caratteristiche dell'impianto, utili ai fini statistici. In quelle aree soggette ai vincoli paesaggistici, architettonici ed archeologici, rimane vincolante e necessario il parere della Soprintendenza, che continua così a svolgere il suo ruolo di ente di tutela dell'integrità del paesaggio e dell'architettura veneta.

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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