I nuovi scenari nel Paese con la riforma della Pubblica Amministrazione
Gli interventi del Ministro Madia, del Prefetto Lega e della Presidente Piovesana
TREVISO - Ieri pomeriggio nell'auditorium della Fondazione Cassamarca si è svolto un incontro pubblico sui rapporti tra cittadini e la pubblica amministrazione con protagonisti autorevoli, primo fra tutti il ministro Marianna Madia, il Prefetto Laura Lega, la Presidente di Unindustria Maria Cristina Piovesana, il vice presidente di Confindustria, Gaetano Maccaferri e Paolo Mieli, ex-direttore del Corriere della Sera, è in veste di studioso, che più di una volta ha definito l'iniziativa un " di evento storico" , definendo Treviso la " capitale dell'innovazione".
Numerose le autorità che hanno affollato l'auditorium, moltissimi amministratori, tra i quali sindaco Giovanni Manildo, l'On.le Roger De Menech, il vicepresidente della provincia, Franco Bonesso. Il primo intervento è stato affidato al Prefetto Lega che, dati alla mano, ha definito la pubblica amministrazione come "un driver", un motore potente, che può e deve favorire la competitività aziendale. Con i recenti sforzi, favoriti da un consenso generalizzato verso la riforma della pubblica amministrazione, questa è in grado di intercettare le esigenze della società, con maggiore equità. In modo particolare ha evidenziato "la valenza strategica per tutti i gangli della pubblica amministrazione attraverso la digitalizzazione dei rapporti, che possono garantire servizi ottimali".
Quindi fatto riferimento ai rapporti tra pubblica amministrazione e autonomie locali, mettendo in luce "la necessità di presidiare i vari settori pubblici per razionalizzare le eccellenze, presenti nel territorio provinciale", di cui si è fatta testimone per il ruolo strategico che le permette l'osservatorio privilegiato, qual è la Prefettura. "E' in atto una soluzione organizzativa di alto profilo, essenziale per favorire la scalata dei mercati internazionali alle imprese di grande eccellenza del territorio trevigiano".
La presidente Piovesana, parlando e ringraziando i 2150 associati, ha tratteggiato "una nuova visione del futuro per guidare il paese non solo fuori dalla crisi, ma anche nella nuova dimensione globale e nella nuova rivoluzione industriale che si va delineando con le grandi trasformazioni che ci impongono di abbattere schemi mentali superati e, soprattutto, antagonismi fuori dalla storia".
Accorata la prima conclusione: "è indispensabile lasciare il passato al passato e impedire che venga strumentalizzato per alimentare i conflitti del presente". Quindi ha fatto la storia del percorso, che ha portato alla stesura del nuovo protocollo, che reggerà i rapporti tra imprese e pubblica amministrazione nella logica che "il dialogo è possibile". E partita da lontano: "12 mesi fa, con il coinvolgimento degli imprenditori associati, abbiamo realizzato un'indagine per approfondire le criticità e la qualità dei rapporti tra le imprese e la pubblica amministrazione... L'esito prodotto da questo percorso è stata di opinioni consolidate e di vecchi pregiudizi riferiti ai rapporti tra lo Stato e le imprese".
Rispetto al passato, quando ci si soffermava a riflessioni essenzialmente teoriche, gli industriali trevigiani ieri hanno confermato:"da oggi, le nostre idee e la nostra volontà intendono trasformarsi in azioni". Ha quindi ricordato l'assemblea generale con la partecipazione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, nell'ottobre dell'anno scorso, quando venne "definito un vero e proprio Contratto Sociale", con riferimento all'opera dell'illuminista Jean-Jacques Rousseau. Al ministro Madia, la presidente ha illustrato il tessuto socioeconomico della realtà trevigiana: "E' un sistema produttivo costituito da aziende familiari fondato non solo sulla relazione economica, ma anche sul rapporto personale fra l'imprenditore e i suoi collaboratori... Nella realtà come la nostra impresa è, insieme alla famiglia, una vera e propria infrastruttura sociale.
L'azienda manifatturiera, in particolare, rappresenta l'insostituibile luogo dove si attua la redistribuzione delle risorse e consolida la coesione sociale". L'atteso intervento del ministro Madia ha messo in luce la necessità di modificare sostanzialmente i livelli di governo e le circolari che aggiungono complicazioni a complicazioni, che hanno fatto scappare gli investimenti internazionali. La sua riforma ha come "obiettivo principale una maggiore giustizia sociale, per aiutare non solo a far nascere ma a far crescere le imprese, diminuendo la distanza e permettendo, a quanti vogliono, di avere un'opportunità per l'inserimento nel mondo del lavoro". Le riforme del Governo Renzi si tengono insieme per cambiare il Paese. Ci sono le resistenze ma non ci possono né debbono fermarci".
Questa la conclusione: "crediamo di arrivarci con tutte le parti sane del Paese...".
Il vicepresidente Maccaferri e lo storico Mieli, a più riprese, hanno convenuto che il Paese, dopo la sesta lettura della nuova Costituzione, approvata martedì scorso dal Parlamento, vive una vigilia, in cui ci si gioca il futuro. "Se interrompiamo questa fase storica, dopo tanti tentativi andati a vuoto, le ripercussioni sarebbero gravi... sento moltissimo il rischio perché " i nemici" del cambiamento si annidano dappertutto, perché da questa situazione traggono molti vantaggi".
pietro.panzarino@oggitreviso.it