Nuovo codice degli appalti: "Meno tutele, trasparenza e legalità"
L'allarme della Filcams di Treviso: “Più contenziosi e caos, meno diritti, conseguenze per oltre 10mila lavoratori trevigiani, dalle scuole agli ospedali”
| Isabella Loschi |
TREVISO - Nelle scorse settimane in Senato è stato discusso e approvato il Ddl Appalti, il cui testo contiene una disposizione negativa e grave che prevede per i soggetti appaltanti la possibilità, e non più l’obbligo stabilito dal vigente Codice degli appalti pubblici, di inserire clausole sociali nei bandi di gara.
“Una configurazione del dettato normativo che, se approvata, segnerebbe un pericoloso arretramento in termini di tutela per lavoratrici e lavoratori e un ingiustificato passo indietro, dando meno trasparenza e aprendo a forme di illegalità - fa sentire la sua voce il vertice della Filcams Cgil trevigiana Alberto Irone -. L’applicazione di questa modifica avrà ricadute pesantissime per oltre 10mila lavoratrici e lavoratori che operano negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera, lavoratori ‘deboli’, occupati in comparti spesso essenziali: ospedali, strutture socio-sanitarie, scuole, ministeri, uffici pubblici”. Per chiedere la modifica del Ddl Appalti Filcams Cgil Treviso ha organizzato un presidio per lunedì 23 dicembre alle 11 in via Bailo di fronte al municipio. “Le proposte avanzate dal Governo per modificare il Codice degli appalti pubblici che sono in discussione in questi giorni in Parlamento, ridurranno ulteriormente trasparenza e legalità, ma ridurranno soprattutto le tutele e i diritti di migliaia e migliaia di lavoratori. Infatti - continua il segretario generale -, oltre a favorire ulteriormente affidamenti diretti e senza gara, ampliare il ricorso ai subappalti, abrogare il rating di legalità, cioè un indicatore sulla reputazione delle imprese, con le nuove norme verrà meno la corretta applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, favorendo dumping e concorrenza sleale, presenza di contratti pirata e riduzione dei salari e delle tutele in materia di salute e sicurezza”.
Nello specifico il Governo propone di modificare le attuali norme che prevedono l’applicazione dello specifico Contratto Nazionale e territoriale relativo all’attività oggetto dell’appalto, firmato dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative. “Se passasse la nuova norma, si potranno invece applicare Ccnl con meno tutele e salari più bassi, in base alla dimensione o alla natura giuridica dell’impresa o ancora, si potranno applicare Ccnl diversi da quelli indicati dalla Stazione appaltante anche se peggiorativi su molti istituti normativi come orario di lavoro, ferie, malattia, straordinari, formazione, salute e sicurezza, violando anche il principio della legge delega che stabilisce la parità di tutele economiche e normative - continua Alberto Irone -. Il Governo propone poi di togliere la stessa norma che oggi tutela i lavoratori in subappalto e che riconosce, a fronte dello stesso lavoro, il diritto ad avere lo stesso Ccnl dell’impresa appaltante”.
“Tutto questo secondo il sindacato non solo incentiverà la corsa al massimo ribasso, colpendo i diritti e le condizioni di vita di lavoratori e lavoratrici, ma produrrà meno trasparenza e aprirà a forme di illegalità”.
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