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13 novembre 2024

Cronaca

Oltre 100 scosse in meno di 24 ore a Firenze

Lo sciame sismico nel Chianti

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Oltre 100 scosse in meno di 24 ore a Firenze

Paura a Firenze, e non solo, per uno sciame sismico, con epicentro la zona del Chianti, in corso dal pomeriggio di venerdì. In meno di 24 ore si sono registrate oltre un centinario di scosse, di cui oltre quaranta con magnitudo superiore a 2, secondo quanto reso noto dalla protezione civile regionale. Sono state avvertite da Firenze a Prato, da Pisa a Siena, fino a parte della provincia di Arezzo.

 

Tanti i cittadini scesi in strada mentre si susseguono le chiamate ai vigili del fuoco nel capoluogo toscano, dove sono state anche evacuate tutte le scuole. A Firenze sono in corso le verifiche statiche ma, al momento, non risultano danni a persone e cose. Preventivamente chiusi i musei civici. Tanta gente si è riversata nelle strade abbandonano case e uffici dopo aver avvertito le ripetute scosse di stamani. Il sindaco Dario Nardella ha convocato l’unità di crisi a Palazzo Vecchio.

Accanto a scosse di lieve entità, tra 2,1 e 2,9, ieri mattina alle 11.36 è stata registrata la scossa più forte, di magnitudo 4.3 della scala Richter, con epicentro nella zona del Chianti, poco distante dai Comuni di Scandicci, Greve in Chianti, Tavarnelle Val di Pesa. La scossa è stata percepita anche a Prato, in particolare nelle zone a sud/ sud- est della città, ma non si registrano danni. Alcuni istituti scolastici pratesi hanno messo in atto, a scopo cautelativo, le misure previste conducendo gli alunni all’esterno degli edifici. La scossa è stata la seconda ad essere avvertita anche a Prato, dopo quella delle 10.39 di questa mattina, di intensità 3.8.

L'ultima scossa con epicentro nella zona del Chianti è stata registrata alle 14.14 di ieri con magnitudo 2.2. L'epicentro delle scosse di terremoto si trova nel Chianti, nell'area dei comuni di Barberino Val d'Elsa, Greve in Chianti, Impruneta, San Casciano e Tavarnelle in Val di Pesa.

Decine le telefonate ai vigili del fuoco e ai centralini delle forze dell'ordine. In seguito alle ripetute scosse, gli edifici scolastici sono stati evacuati anche in provincia di Siena, nel Valdarno fiorentino e aretino. Cinque i Comuni del Chianti che, in via precauzionale, hanno chiuso scuole e uffici pubblici: sono Barberino Val d'Elsa, Tavarnelle, Greve, Bagno a Ripoli e San Casciano. Ne circondario dell'Empolese, undici Comuni, tranne Empoli, hanno chiuso le scuole in via precauzionale. Per motivi precauzionali anche i dipendenti di numerosi uffici privati pubblici, compresi quelli della Regione Toscana, hanno abbandonato i palazzi e si sono riversati in strada. Anche il sindaco di Fiesole, su indicazione dei tecnici comunali, ha deciso l’evacuazione in via precauzionale di tutte le scuole del Comune. L'area chiantigiana tra Siena e Firenze non è nuova a questo fenomeno dello sciame sismico, già registrato più volte negli ultimi due secoli in diversi anni.

"L’Appennino è una catena montuosa 'viva', in formazione, ed i terremoti ce lo testimoniano. Ma non deve essere creato un allarmismo indiscriminato", commenta Maria Teresa Fagioli, presidente dell'Ordine dei Geologi della Toscana a proposito del ripetersi di eventi sismici nell'area.

"Non è possibile rassicurare, ma non è neppure il caso di creare allarmismi quando si parla di terremoti. L’area interessata dallo sciame in atto è caratterizzata da una sismicità storica che raramente ha raggiunto livelli distruttivi; c'è comunque da stare in allerta - spiega Fagioli - È un fenomeno simile a quello che tra luglio e agosto aveva interessato la Toscana centrale. Prima le colline Metallifere, tra Siena, Monteriggioni e Sovicille. Poi la zona di San Gimignano. Quindi il Chianti e la Valdelsa".

In estate le scosse si potevano ritenere leggere dal momento che avevano raggiunto magnitudo 3,4 della scala Richter, ricorda Fagioli, "tutte in un’area sismicamente attiva, ma sufficienti per non farci dimenticare che buona parte Toscana è sismica", spiega la presidente Fagioli.

Stavolta si è toccato il valore di magnitudo 4,1 con una serie lunghissima di scosse che dalla notte hanno raggiunto i 67 eventi di cui uno di magnitudo 3,8 e un altro 3,5. "Tutto ciò ci rammenta che non è saggio dimenticare l’esistenza dei rischi naturali, la strategia dello struzzo non paga. Dobbiamo tenere sempre alta l'attenzione, i terremoti ci sono costantemente e non vanno in ferie neppure quando ci sono le feste di Natale", commenta Fagioli.

Allo stato attuale della scienza "non c’è la possibilità di prevedere quando il prossimo terremoto colpirà", spiega Fagioli. "Chi asserisce il contrario, o è semplicemente un presuntuoso ignorante, o peggio qualcuno che, per ottenere una facile visibilità mediatica, genera allarmismi terroristici".

Unica certezza, le costruzioni antisismiche. Per essere tranquilli occorre costruire in maniera antisismica. Però è altrettanto certo che "per evitare vittime dei terremoti l’unica strada praticabile è quella di non vivere, studiare, pregare, lavorare, dormire, mangiare dentro edifici, in zona accertata come sismica, che non sono in grado di reggere al terremoto - spiega sempre Fagioli - Per consolidare, adeguare, o ricostruire tutto l’edificato non antisismico ci vorranno ancora decenni, ma per informare correttamente la popolazione basta molto meno. Il cittadino informato ed esercitato rischia molto meno. Come cittadina, quando entro in un edificio, soprattutto se pubblico, ho il diritto di sapere se in caso di sisma sono al sicuro o è meglio che corra in strada".

Il vero problema infatti sono gli edifici, anche quelli pubblici, non antisismici perchè, ribadisce Fagioli "non è il terremoto che uccide, ma la costruzione che ti crolla in testa. Dai dati del censimento dell’edilizia scolastica del Ministero dell’Università e della Ricerca (2012) risulta che in Toscana su 2.839 edifici scolastici solo 566 sono stati progettati in accordo con le normative antisismiche, gli altri, cioè l’80% del totale no; forse più che il dentro e fuori dalle aule visto stamattina sarebbe più produttivo, e meno pericoloso, informare insegnanti ed alunni se l’edificio della loro scuola è, o meno, a rischio di crollare con un terremoto".

 



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Stefania De Bastiani

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