Pandemia e solidarietà, il prezioso lavoro della Caritas Mogliano Veneto
La pandemia ha creato “nuovi poveri”: sono molte le famiglie moglianesi in difficoltà
| Manuel Trevisan |
MOGLIANO VENETO – Le numerose difficoltà vissute nel corso dell’ultimo anno pandemico hanno messo in luce quanto la solidarietà e le relazioni tra persone siano preziose.
Lo sanno bene i volontari della Caritas di Mogliano Veneto, punto di riferimento per tutte le persone del territorio che si trovano in stato di difficoltà.
Con il referente dell’Associazione Ivan Brotto abbiamo parlato delle loro numerose attività e della situazione attuale a Mogliano Veneto.
Come opera nel territorio la Caritas Mogliano?
“Innanzitutto non lo facciamo da soli, ma siamo parte di una rete di collaborazioni che ci permette di supportare sempre più persone, le quali si rivolgono al nostro centro di ascolto che ci permette di comprendere le diverse necessità e indirizzare nel modo corretto l’intervento. Oltre a collaborare con le parrocchie della Città, infatti, collaboriamo con i Servizi Sociali e l’Amministrazione Comunale”.
A marzo 2020 siete stati costretti a chiudere il centro di raccolta e distribuzione indumenti...
“Sì, è stato un momento difficile perché si tratta di un servizio molto importante. Siamo riusciti a riaprirlo grazie ad alcuni Salesiani del territorio. Ora proponiamo questa esperienza di volontariato ai giovani (di età compresa tra i 15 e i 23 anni) con l’obiettivo di svolgere un servizio che possa essere aperto e sensibile ai bisogni della comunità”.
La risposta della comunità moglianese è positiva?
“Sì, a Mogliano c’è molta solidarietà. Riceviamo molte donazioni. Nelle parrocchie, ad esempio, c’è la raccolta fondi “adozione a vicinanza” che ci permette di ricavare 30mila euro l’anno”.
Come è la situazione povertà a Mogliano?
“Ogni giorno vediamo difficoltà di tutti i tipi: da quelle abitative a quelle di famiglie che faticano ad arrivare a fine mese; da persone sole con difficoltà psichiche o fisiche che hanno bisogno di qualcuno che li ascolti a persone senza fissa dimora. Con tutti loro creiamo relazioni di supporto per aiutarli a superare le difficoltà”.
Con la pandemia le cose sono andate peggiorando?
“Assolutamente sì, la pandemia ha creato nuove situazioni critiche, nuovi poveri. Ora a chiedere aiuto sono anche famiglie o persone che prima di questo anno drammatico riuscivano ad arrangiarsi”.
La pandemia ci ha resi più solidali?
“Credo di sì. Questa situazione difficile ha permesso di comprendere che anche i ricchi possono essere poveri: avere tanto e pensare solo a sé stessi è un’altra forma di povertà”.