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13 maggio 2024

Vittorio Veneto

Poco smart working negli uffici pubblici, il sindacato pronto a denunciare i sindaci

L'accusa della FP CGIL Veneto anche ai comuni di Montebelluna, Vittorio Veneto, Pieve di Soligo, Refrontolo

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Poco smart working negli uffici pubblici, il sindacato pronto a denunciare i sindaci

VITTORIO VENETO - Poco smartworking, il sindacato annuncia di essere pronto a denunciare. “Siamo alla settima settimana di emergenza covid-19 e ancora troppi sindaci e funzionari locali o non hanno capito o fanno finta di non capire”, denuncia Ivan Bernini, segretario generale FP CGIL Veneto.

 

“Da una parte abbiamo il Presidente Zaia che giornalmente comunica i dati, insiste nel ringraziare i veneti, i cittadini ed i giovani per l’osservanza delle regole e delle raccomandazioni, dall’altra abbiamo amministratori locali e solerti funzionari che se ne fregano. E nel nome dell’autonomia che li contraddistingue fanno spostare i lavoratori da casa al lavoro, li obbligano alla presenza in servizio anche per quelle attività amministrative che tranquillamente si potrebbero fare da casa e quando li chiami al rispetto delle raccomandazioni ti rispondono denunciateci pure”, prosegue Bernini.

 

“Il Veneto assieme all’Emilia – precisa - sono le uniche due regioni nel Paese che hanno sottoscritto un protocollo con Regione, Anci, Upi e organizzazioni sindacali su linee guida ed applicazione della normativa in materia di covid-19. Non c’era alcun obbligo di farlo ma è significativo che se c’è stata ampia condivisione tra i firmatari nel fare un protocollo e nel sottoscriverlo, invitando il sistema delle autonomie ad applicarlo, lo si deve alla chiara consapevolezza dell’emergenza in atto ed alla necessità di considerare la straordinarietà dell’emergenza. Se il buonsenso non prevale in questi casi vorrà dire che accogliamo pienamente quanto ci viene rivolto e li denunciamo. Perché non hanno capito nulla e alla burocrazia si risponde con la burocrazia”.

 

“In una delle province nelle quali il virus sta destando gravi preoccupazioni, abbiamo la gran parte dei comuni che non stanno utilizzando il lavoro differito: a partire dal comune capoluogo Verona, Sommacampagna, San Bonifacio. A Venezia Teglio Veneto e Pianiga. A Treviso Montebelluna, Vittorio Veneto, Pieve di Soligo, Refrontolo. A Vicenza Breganze, Malo, Isola Vicentina. A Rovigo abbiamo Rosolina – prosegue il segretario generale -. Questi solo alcuni esempi; la cosa incredibile è che proprio in questi enti insistono anche ospedali e RSA nelle quali si sta affrontando un dramma enorme. Evidentemente per questi sindaci e funzionari non è tema che li riguarda. Più preoccupati della Corte dei Conti che del coronavirus”.

 

Un’accusa che i sindaci trevigiani chiamati in causa hanno già rispedito al mittente, dichiarando di aver adottato già da tempo le misure previste.

 



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