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06 gennaio 2025

Treviso

Premio Scarpa ai meli selvatici delle foreste del Tien Shan

La XXVII edizione del premio internazionale per il Giardino arriva in Kazakistan

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Premio Scarpa ai meli selvatici delle foreste del Tien Shan

TREVISO - Il Premio Scarpa per il Giardino 2016 arriva nei luoghi selvatici dell’Asia centrale, lungo il versante settentrionale della catena montuosa del Tien Shan, dove rimangono frammenti dell’immensa e antica foresta che milioni di anni fa, nel Terziario, faceva crescere al suo interno decine di specie che sono all’origine dei frutti che accompagnano la storia dell’uomo. Dall’ovest della Cina, attraverso il nord di Kirghizistan e Uzbekistan, fino al sud del Kazakistan, predominano in questi luoghi i meli selvatici, con un’evidenza tale nel paesaggio da dare il nome all’antica capitale del Kazakistan, Almaty, cioè “luogo delle mele”.

A questo sistema di foreste e ai molti temi posti da questi luoghi e dalla fragile condizione che essi condividono con le attività e la cultura dell’uomo, testimonianza preziosa di biodiversità culturale, il Comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche ha scelto di dedicare la campagna di studio e di attenzioni della XXVII edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino.

I più antichi precursori del melo vi arrivarono probabilmente con semi trasportati da uccelli in volo dalla Cina, portandovi una variabilità che la diversità ambientale del Tien Shan ha a sua volta incrementato, mostrando ancora oggi, nonostante millenni di disboscamenti e incendi, soprattutto per dare spazio all’agricoltura, una straordinaria biodiversità, espressa da forme, dimensioni, sapori, colori, altezze e portamenti degli alberi: un giacimento genetico di interesse incommensurabile, che nessuna forma di biotecnologia può avvicinare.

Tra montagne che raggiungono i 7.000 metri, profonde valli, altipiani e versanti variamente esposti con climi estremi per temperature e umidità, la diversità rappresentata dal melo selvatico si manifesta con caratteri propri secondo le regioni interessate. Nella regione più a nord, nel massiccio del Tarbagatai, forma nuclei composti da dieci a duecento alberi, anche su ripidi pendii, fino a toccare le nevi eterne. Nel Djungarsky il melo selvatico è l’albero dominante di foreste ampie, con esemplari fino a 30 metri e a trecentocinquanta anni. Nell’Axou Diabagly, alla frontiera con il Kirghizistan, gli alberi, in posizione solitaria o in piccoli boschetti, mostrano particolare resistenza alle malattie e alla siccità, anche estrema.

Foreste, queste tre, che hanno subito grandi tagli, ma mai come nello Zaliskii, la porzione delle Montagne Celesti più vicina alla città di Almaty, dove i boschi si sono ridotti, in epoca sovietica, anche dell’ottanta per cento. A proteggere le foreste dei meli selvatici dal 2010 è l’associazione Alma, e soprattutto due donne: la scienziata francese Catherine Peix che giovedì’ a Milano ha presentato i suoi studi e Tatiana Salova, impegnate per sensibilizzare il governo locale e la comunità internazionale.

Il sigillo disegnato da Carlo Scarpa (1906-1978), l’inventore di giardini che dà il nome al Premio, andrà alla studiosa Kazaka Natalya Ogar che da anni lavora e combatte per stimolare la coscienza ambientalista sul territorio Kazako. La cerimonia si svolgerà il 14 maggio al Teatro Comunale di Treviso a conclusione delle giornate pubbliche, venerdì 13 e sabato 14 maggio, che prevedono l’inaugurazione di un’esposizione, un seminario pubblico e la pubblicazione di un dossier dedicati a Le foreste dei meli selvatici del Tien Shan.

 


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Isabella Loschi

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