Il presepio di Pierantonio e Luigi
La parola “Presepe” deriva dal latino “praesepe-is” (mangiatoia) con riferimento a quella dove fu deposto il Bambin Gesù ed è una invenzione tutta nostra
VITTORIO VENETO - La parola “Presepe” deriva dal latino “praesepe-is” (mangiatoia) con riferimento a quella dove fu deposto il Bambin Gesù ed è una invenzione tutta nostra. Essa sboccia per la prima volta nella notte di Natale del 1223, 801 anni fa, in una grotta di Greccio, paesino laziale che gli ricordava la Palestina, per opera di San Francesco. Era appena tornato dall’Oriente dove al tempo della V a Crociata ebbe il famoso incontro col Sultano d’Egitto, comandante dell’esercito musulmano.
L’aver assistito agli orrori della guerra ed il misterioso dialogo fra lui ed il Sultano Malik lo ispirarono, una volta tornato in patria, a ricreare dal vivo la natività. Nulla di folcloristico in questo e neppure un intento di propaganda religiosa. Ad ispirare Francesco fu il desiderio di lanciare un sincero e poetico messaggio di gioia e tenerezza, un inno alla maternità ed alla famiglia, alla speranza in una vita ed una umanità nuove che siano finalmente costruttrici di pace-collaborazione-rispetto fra tutti gli uomini a prescindere dal loro credo. Con le dovute proporzioni mi immagino che siano sentimenti non lontani da quelli che hanno ispirato i nostri concittadini Pierantonio e Luigi Raccanelli, nipote e zio.
Nel loro giardino condominiale, a bordo marciapiede di una strada molto trafficata, hanno realizzato in giorni di lavoro un bellissimo presepio illuminato. A sera lo ricoprono portando al sicuro le statuine per evitare sgradevoli incursioni. Alla luce del mattino successivo questa finestra di bellezza e speranza si spalanca di nuovo e risorge lo stupore dei passanti. C’è chi lo fotografa; forse alcuni dicono una preghiera; forse nasce un pensiero. Questo impegno di Pierantonio e Luigi credo meriti un ringraziamento pubblico. E’ encomiabile non solo perché l’allestimento è fatto con perizia e buon gusto ma per lo spirito che vi aleggia.
Mostra il desiderio di donare qualcosa alla comunità; di dare fiducia al prossimo, affinché non oltraggi l’allestimento; offre una occasione per riflettere sul significato vero del Natale che molto s’eleva oltre la passerella ai centri commerciali, le vacanze, le grandi abbuffate. In una congiuntura così difficile per il pianeta con nuove guerre, sempre da cavernicoli anche se ipertecnologiche, che ogni giorno riaprono la lista degli orrori ed errori figli dell’odio e della brama di potere, la preghiera di tutti rimane questa: per gli uomini di buona volontà scenda finalmente la PACE SULLA TERRA!
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