Quando a suonare è un liutaio
Massimiliano Bonotto e i suoi vuoti che fanno la differenza. Un artista a 360°: liutaio, musicista, pittore, scultore, compositore, poeta e tanto altro ancora.
| Tiziana Benincà |
ORMELLE - La vita è fatta di scelte, a volte obbligate, a volte volute, ma non è mai troppo tardi per dare una svolta e cambiare il corso che ci spinge in avanti per inerzia, anche a 40 anni si può iniziare una seconda vita.
Una vita trascorsa facendo il macellaio, “un lavoro penoso per me, ma che non ho mai avuto il coraggio di cambiare” così esorta Massimiliano Bonotto ripensando al proprio percorso “I miei erano contadini e a quei tempi non si poteva scegliere quello che si voleva. Mi sono accontentato di scegliere un lavoro che non era proprio per me, per la mia sensibilità e l’ho portato fino alla fine. Ho lavorato oltre 20 anni come dipendente e gli ultimi 22 anni per conto mio. Non sono mai stato una persona statica. Ho sempre cercato innovazione, esperienze nuove, creatività: è stata questa la mia principale caratteristica non solo nel lavoro ma anche negli hobby”.
Entrando in casa del signor Massimiliano si viene subito avvolti dall’arte in tutte le sue forme: scultura, pittura, musica. Un meraviglioso quadro troneggia sulla parete, mentre alcuni strumenti si fanno notare tra i mobili con le loro decorazioni.
Ma chi ha deciso di diventare il signor Bonotto? Un artista a 360° con i suoi quadri dipinti di getto senza un piano in mente, le centinaia di disegni a china con soggetti ripresi dall’arte antica, ma per lo più originali con i cavalieri Templari, le nature morte, i paesaggi, i ritratti.
Un susseguirsi d’immagini e di colori: acquarelli, china, tele “sono tutti lavori veloci. Probabilmente ho preso da mio padre che faceva un po’ di scultura e pittura”. A volte creati per accompagnare le sue composizioni in prosa, altre volte per abbellire ancor più gli strumenti musicali che crea, perché il signor Massimiliano è anche un liutaio.
“In terza media nel mio paese a Visnà di San Polo di Piave ho accettato un bando che mi dava l’opportunità di studiare uno strumento ad Oderzo e lì ho incontrato il professor Agostino Granzotto, che mi ha insegnato le prime posizioni di violino. Quando tornavo a casa dovevo aiutare con i lavori di casa perché i miei erano mezzadri. Ho studiato per due anni, poi quando ho iniziato a lavorare, a malincuore ho dovuto abbandonare gli studi” racconta il signor Bonotto.
Dopo trent’anni decide di risentire il suo maestro e così dopo una telefonata lo incontra ed il professor Granzotto gli racconta la sua storia, iniziata da un padre falegname che l’aveva mandato a Cremona alla scuola di liuteria: una strada che non sentiva sua.
Nasce spontaneamente la richiesta del signor Massimiliano di conoscere i segreti per costruire gli strumenti “Avevo già fatto diverse mostre di scultura, perché l’ho sempre sentita mia come arte, mi bastava capire come fare. Mi ha dato tutto quello che aveva per poter studiare, mi ha spiegato come fare e mi travasava continuamente le informazioni che riceva dai suoi incontri con altri liutai. Poi io mi sono documentato anche con altri esperti ed ho iniziato questa nuova passione dopo i 40 anni”.
Al posto dei ricci a volte sui suoi strumenti si trovano teste umane o di leoni, ispirandosi al compositore Jacobus Stainer, ma sperimentando ha inventato anche due strumenti: il mandolino trevigiano un po’ moderno ed un po’ antico ed il Galletto del Piave che suona come un violino.
“Si sente una differenza di timbro tra uno strumento e l’altro, dipende tanto dal tipo di legno usato. Un liutaio dev’essere falegname e musicista, poi il compositore sa ascoltare cosa lo strumento può tirare fuori. Si va alla ricerca dei legni migliori, più robusti, con determinate caratteristiche che rendono il suono migliore”.
Ci sono oltre 50 pezzi che compongono uno strumento, diversi tipi di legno secondo la loro collocazione e per creare un violino ci vuole un mese abbondante, di più per un violoncello, ma meno per una chitarra.
Il signor Massimiliano ha costruito una trentina di strumenti: violoncelli, violini, mandolini, chitarre, flauti traversi, tutti perfettamente funzionanti sotto le sue abili mani e pronti per esprimere le composizioni musicali da lui ideate.
“Il canto è espressione dei nostri sentimenti, la musica è un’arte che avvicina tutti popoli della terra.
Io ho dedicato circa vent’anni nelle scuole medie spiegando la liuteria, partendo dal legno arrivando all’elettronica attraverso la storia, portando una sequenza di materiali. È importante sapere un po’ di tutto nella vita. Noi italiani abbiamo perso il nostro primato, la politica non sostiene la musica, stiamo perdendo il gusto del bello ed io ho cercato di stimolarlo”.
Ora il signor Massimiliano continua a dedicarsi allo sport dopo aver vinto diverse medaglie di tiro con l’arco, alle sue composizioni, ai suoi schizzi, ricordando sempre le parole di Papa Wojtyla “Artisti, il mondo ha bisogno di voi”.