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02 febbraio 2025

Oderzo Motta

Rebecca premiata per la start up che unisce giovani e mondo del lavoro

La 17enne di Motta è studentessa al Sansovino di Oderzo: “La mia generazione deve imparare a mettersi in gioco e fare sacrifici per ottenere ciò che vuole”

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Rebecca premiata per la start up che unisce giovani e mondo del lavoro

ODERZO-MOTTA - E' una ragazza timida, ma molto determinata. Rebecca Masier, 17 anni, di Motta di Livenza, iscritta al terzo anno dell’indirizzo SIA (sistemi informativi aziendali) all’Istituto “J. Sansovino” di Oderzo, è stata premiata al concorso “Penso futuro 2023” per un’idea innovativa e funzionale: mettere in contatto e far operare al meglio mondo del lavoro e giovani che terminano il loro percorso di studi.
“Penso futuro 2023” è un concorso dedicato agli under 18, e selezionati all’interno delle singole scuole per partecipare ad un “creativity camp”.

Quale è stata la tua idea di partenza?
«Il tema su cui dovevamo lavorare quest’anno era quello delle “generazioni a confronto”. Vengo da una famiglia imprenditoriale e tocco con mano ogni giorno la necessità di reperire operai e personale da inserire nell’azienda. Quindi il mio punto di partenza era quello di mettere in comunicazione domanda e risposta nel mondo del lavoro».

E come hai sviluppato il progetto?
«Grazie all’aiuto della professoressa Loretta Zigoni ho sviluppato una start-up che preveda una piattaforma dove vengano inserite tutte le imprese del territorio e quest'ultime chiedono ai giovani, che frequentano studi informatici, di creare software o programmi specifici per migliorare l'efficacia e l'efficienza della propria attività. In cambio, gli imprenditori devono garantire un posto di lavoro al vincitore del concorso, un sostegno nel trovare un'abitazione nelle vicinanze della sede aziendale, uno stipendio adeguato e altri strumenti di welfare come: buoni spesa, aggiornamento professionale, conciliazione dei tempi di vita/lavoro, benefici per le neo-mamme come il part-time, flessibilità di entrata al lavoro per esigenze di studio o di salute di un familiare, bonus nascite, borse di studio per i figli meritevoli».

Perché pensi che si sia trattato di un’idea interessante?
«Credo che la mia idea sia interessante perché, secondo i dati Istat, ogni anno il 5-8% dei nostri laureati sceglie di lavorare all’estero, le principali destinazioni sono Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. Tra le ragioni delle partenze spiccano le migliori opportunità di lavoro e le prospettive di carriera, ma anche la variabile retributiva. Da qui l’idea di avviare una start-up con l’obiettivo di andare incontro ai giovani non solo a livello economico, ma anche per l’opportunità di carriera che viene loro offerta».

Sei d’accordo con le considerazioni che si fanno spesso sui giovani d’oggi, decritti come poco intraprendenti, e con scarsa volontà di spendersi?
«Io sono convinta che per ottenere qualcosa sia necessario mettersi in gioco; non possiamo aspettarci che tutto ci venga dato pronto. Nulla si ottiene subito, ci vogliono sacrificio e fatica. Solo così i risultati arrivano. Per questo sono convinta che aiutando i giovani, motivandoli, si avranno risultati migliori anche sul lavoro in futuro».

I lavori finali sono stati valutati da una commissione composta da diversi partner dell’iniziativa. “Queste iniziative sono molto importanti e positive per i ragazzi – ha spiegato la prof.ssa Roberta Zanetti, referente scolastica del progetto – perché li rendono partecipi della società e, mettendosi in gioco, viene offerta loro la possibilità di conoscere le aziende del territorio”.


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Gianandrea Rorato

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