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15 agosto 2024

Conegliano

IN RICORDO DI PAOLO DAL COL

A Scomigo di Conegliano un eroe da ricordare: Paolo Dal Col, medaglia d’argento al V.M.

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

IN RICORDO DI PAOLO DAL COL

"Nel 90° della vittoria , tra rievocazioni e commemorazioni più o meno scontate, un eroe fra i tanti che hanno combattuto nel feroce teatro di guerra 1915-18, merita essere ricordato per riconoscenza e per sentito dovere di italiano.
Il suo nome era Paolo Dal Col, nato a Scomigo di Conegliano il 21 maggio 1895, il più giovane di 5 fratelli, dedicò tutta la sua vita alla famiglia e al lavoro. Sposato con Marina, ebbe due figlie , Maria e Valeria, tuttora abitanti a Scomigo e memori delle vicissitudini del loro padre. Dopo la grande guerra, lavorò come muratore in diversi cantieri della zona e non solo; infatti, nel periodo coloniale si trasferì in Etiopia per 1 – 2 anni. Rientrato in Italia, si trasferì a Pola e Zara per fare ancora il muratore e concludere dopo la seconda Guerra Mondiale il suo essere di emigrato in Germania e rientrare definitivamente in Italia negli anni 50. Morì a Conegliano il 24 gennaio 1967.

Paolo, persona, anzi personaggio, in paese molti lo ricordano non solo per quella strana bicicletta ( pare residuato bellico ), con la quale si trasferiva abitualmente, ma soprattutto per il grande coraggio che lo accompagnava nelle faccende di vita quotidiana. I più anziani ricordano certamente il suo intervento per il recupero di un malcapitato scivolato in un pozzo e il salvataggio del giovane rimasto intrappolato sotto il trattore ribaltato; una sorta di determinazione che nel corso degli anni non lo aveva abbandonato, come non lo aveva abbandonato quell’angoscia che spesso disturbava il suo sonno tormentato da rievocazioni di fuoco, di orrore, di trincea e di assalti all’arma bianca adempiendo così al tragico dovere di Ardito, ed ancora, ricordi di sangue che tingeva l’acqua del Piave di rosso e che per la grande sete aveva comunque bevuto dalla sua borraccia di legno. Così raccontano le figlie Maria e Valeria, assieme a tanti altri ricordi di un papà schietto e trasparente.

La determinazione di Paolo, soldato del 125 reggimento fanteria (M.M.) matr. n° 310, fu presente anche in quel 16-17 giugno 1915 nella località Istriana di Plava, determinazione che gli fece guadagnare una medaglia d’argento al V.M. con la seguente motivazione:” Penetrava fra i primi in una trincea avversaria. Separato dai suoi e circondato dai nemici, seppe difendersi e trarsi dalla critica posizione. Ferito, raggiungeva l’ufficiale al quale era addetto per la trasmissione degli ordini, e l’accompagnava, impavido, fino al termine dell’assalto.- Plava, 16 -17 giugno 1915”.

Paolo, di carattere schivo, rifiutava la rievocazione di questi fatti liquidando con qualche battuta chiunque avesse tentato di fargli raccontare qualcosa e per recarsi a Roma a ricevere il meritato riconoscimento, i familiari dovettero insistere non poco. Avverso ad ogni situazione cerimoniosa, alla fine cedette solo alle pressioni del costruttore edile Dal Col di Scomigo che riuscì ad avere il suo consenso per poterlo accompagnare. Negli anni 30 raccontano le figlie, si recarono sul Carso con il loro padre per visitare quei luoghi ove aveva combattuto e in quell’occasione, raccontò loro qualche piccolo episodio e indicò rifugi e postazioni frequentate durante i combattimenti.

Questa fu l’unica volta che si sbilanciò a raccontare un po’di se. Dopo la sua morte, la famiglia venne a conoscenza di alcuni episodi di generosità, e fra questi, merita ricordare il periodico ma regolare aiuto economico all’asilo di Scomigo che veniva ostinatamente consegnato solo a Suor Valentina addetta alla cucina. Questo, avveniva negli anni in cui l’Italia doveva ancora sollevarsi dal disastro della 2^ guerra mondiale. Non so se questo eroe ben si colloca fra gli eroi e i miti del nostro tempo, ma sicuramente Paolo Dal Col, eroe senza tempo, continua come una leggenda nel nostro presente e, come molti altri di quel terribile periodo, ad essere un italiano che ha dato al Paese e che per la mole del suo impegno per la Patria, dovrebbe essere ricambiato non solo della memoria storica, ma come gli onesti auspicano, da un’Italia migliore".

Walter Da Rodda.

 

Valeria e Maria

Paolo Dal Col

 



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Carlo De Bastiani

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