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20 maggio 2024

Nord-Est

Rifiuti: traffico illecito tra Friuli e Veneto

Smaltimento anche all'estero. Chiusa indagine DDA Trieste. La posizione di Legambiente

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Rifiuti: traffico illecito tra Friuli e Veneto

TRIESTE - La Procura distrettuale antimafia di Trieste ha chiuso recentemente una vasta indagine sul traffico illecito di rifiuti trasferiti senza autorizzazione dal Friuli in Veneto o in alcuni Paesi dell'Est Europa.

L'indagine, condotta dai Carabinieri del Noe di Udine e coordinata dal pm Federico Frezza, si è incentrata intorno a un'azienda di Maniago (Pordenone) e altre ad essa collegate. Nel corso dell'attività investigativa, gli inquirenti avrebbero rilevato diverse irregolarità nella gestione dei rifiuti nell'arco di 4 annualità, tra il 2017 e il 2020.

In particolare vengono contestati, da un lato, il trattamento del compost con cui sarebbero stati irrorati i campi prima del decorso del termine di legge di 70 giorni dalla raccolta; dall'altro la raccolta di ingenti quantitativi di rifiuti urbani smaltiti fuori regione. Gli indagati hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. La parola è passata ora alle difese che possono presentare memorie o chiedere di essere ascoltati per chiarire la propria posizione.

 

LA POSIZIONE DI LEGAMBIENTE

Questa la nota di Legambiente

Legambiente ha appreso con preoccupazione le notizie apparse sulla stampa sul presunto traffico di rifiuti tra Veneto, Friuli e altri Paesi fuori dai confini nazionali. Per questo, attraverso gli avvocati del centro di azione giuridica di Legambiente, si costituirà al più presto come persona offesa allo scopo di recuperare tutte le informazioni utili a comprendere le ragioni degli investigatori.

“La magistratura vada a fondo in questa vicenda in modo che la corretta gestione dei rifiuti venga tutelata. - commenta Legambiente – La legalità deve essere garantita specialmente quando si tratta di aziende pubbliche che si sono impegnate nell'innovazione e la promozione dell’economia circolare”.  Contestualmente l'associazione aspetta chiarimenti e massima trasparenza dalle parti coinvolte, non intendendo sottovalutare il ruolo di presidio di garanzia e di legalità che li deve caratterizzare, a maggior ragione se guidati da enti pubblici.  Legambiente sottolinea inoltre come sia importante ora, non utilizzare vicende giudiziarie per screditare l'importanza del recupero della frazione organica attraverso impianti di digestione anaerobica, che rientrano a pieno titolo tra quei processi virtuosi che possono maggiormente aiutarci nel raggiungimento di importanti risultati di riduzione della produzione di rifiuti residui urbani e nella cattura delle emissioni climalteranti.

 


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