A San Biagio di Callalta la "Partita del dono"
San Marco di solidarietà. In campo i volontari delle associazioni di donatori e la squadra TV Pressing-Giornalisti di Treviso per una partita amichevole. La testimonianza di Marco Mestriner
![la partita del dono A San Biagio di Callalta la](https://www.oggitreviso.it/sites/default/files/styles/505/public/field/image/Squadra%20Avis%20Aido%20e%20TV%20Pressing%20in%20campo2.jpeg?itok=umARDQRY)
SAN BIAGIO DI CALLALTA - Insieme per sensibilizzare sull’importanza della donazione del sangue e degli organi, quali gesti di generosità che molto spesso si integrano a vicenda per il bene del paziente ricevente. Ogni trapianto implica infatti l’impiego delle trasfusioni di sangue, un circuito virtuoso che ha nella gratuità la sua forza.
Questo il messaggio portato in campo dai volontari di AVIS e AIDO e dalla rappresentativa dei giornalisti di Treviso, TV Pressing, la cui presenza per significare l’aspetto cruciale di una informazione corretta, attenta e responsabile nel promuovere la cultura della donazione nelle sue diverse forme all’interno della nostra comunità.
Nel 2021 l’attività di donazione di organi in Veneto ha visto 147 donatori da cui è stato trapiantato almeno un organo, il loro numero è salito a 198 guardando ai dati del Coordinamento Regionale Trapianti aggiornati al febbraio 2022. Nella nostra regione, 1.315 persone sono in lista d’attesa per un trapianto, tra queste 955 hanno bisogno di un nuovo rene, 199 di un fegato sano, 108 di un cuore, 41 di un polmone e 12 di un pancreas. Nel solo 2021 in Italia sono state registrate nel Sistema Informativo Trapianti più di 3 milioni di dichiarazioni, di cui poco meno del 70% sono stati consensi alla donazione. L’attività trapiantologica non può prescindere dalla disponibilità di sangue con finalità trasfusionale, reso possibile nel nostro territorio grazie alla sensibilità di 128.993 donatori iscritti ad Avis Veneto di cui 33.162 per la provincia di Treviso.
Ad organizzare la “Partita del Dono”, patrocinata dal Comune, è la sezione AIDO di San Biagio di Callalta, che dal 1984 (anno della fondazione) è arrivata a contare ben 370 iscritti. Al suo fianco la sezione AVIS di San Biagio di Callalta che conta oggi 307 volontari che nell’ultimo anno hanno reso possibili 415 donazioni. «Il senso dell’evento sportivo è proprio quello di unire attraverso lo sport il mondo del volontariato e quello della comunicazione. Una sinergia preziosa per far conoscere l’attività delle nostre associazioni e avvicinare chi non è ancora donatore. Grazie ai giornalisti che vi hanno aderito a testimoniare quanto sia essenziale una buona informazione per stimolare azioni tese alla salute e al benessere della collettività» evidenziano Renzo Carniel ed Èric Gleichsner, rispettivamente presidente della sezione AVIS e presidente della sezione AIDO di San Biagio di Callalta.
Per diventare donatori Avis e Aido è utile consultare i siti delle rispettive associazioni: www.avisveneto.it e www.aido.it
Qui di seguito la testimonianza di uno sportivo e della sua rinascita grazie al DONO: Marco Mestriner (nella foto sotto, a sinistra, con Tiziano Graziottin), nato a Conegliano ma da sempre residente a Treviso.
«La mia storia corre su due binari paralleli: la mia malattia e la mia passione per lo sport. Nato con una malformazione congenita, a una settimana dalla nascita viene portato in fin di vita dall’ospedale di Conegliano a Padova, dove a due mesi subisco il mio primo intervento salvavita per la sostituzione di un piccolo tratto di entrambi gli ureteri che erano ostruiti e non permettevano il deflusso dell’urina. I miei reni rimangono comunque compromessi, soprattutto il sinistro che mantiene una funzionalità veramente ridotta.
A cinque anni inizia anche la mia avventura sportiva, mia mamma per rafforzare il mio fisico mi iscrive in piscina. All’età di 7 anni incontro la mia grande passione sportiva: la pallacanestro. La frequenza a questo sport è facilitata dalla costruzione di una palestra nuova di zecca davanti casa. Mentre la mia crescita, prima da bambino, poi da adolescente si svolge abbastanza normalmente (se non per i continui controlli in ospedale), dallo sport arriva anche la prima grande difficoltà da superare. All’età di 15 anni, infatti, all’atto del rinnovo della visita sportiva, mi viene negata l’idoneità per continuare con la pallacanestro. Questa per me è stata la vera prima volta che mi sono sentito “diverso” rispetto ai miei coetanei e che ho preso veramente coscienza che la mia malattia non era una cosa così innocua. Dopo questo episodio, invece che smettere con lo sport, iniziai a fare il doppio degli allenamenti a settimana. In più iniziai a esplorare nuove discipline, tornando dapprima al nuoto, ma anche pattinaggio, tennis, e beach volley d’estate. I miei reni hanno tenuto “in salute” fino all’età di 30 anni, momento in cui sono costretto alla dialisi. Trattamento che faccio a casa con la “peritoneale”, che consiste al lavaggio del sangue tutte le notti tramite un catetere inserito nel peritoneo che scambia sacche di liquido con il lavoro di una macchina esterna. Questa situazione dura per 10 mesi, e il 17 settembre 2011 ricevo il trapianto che mi fa rinascere.
Una delle prime cose che decido di fare è avvicinarmi allo sport nuovamente. Non sapendo esattamente fino dove potevo spingermi, inizio con il tiro con l’arco. Sentivo però la mancanza di uno sport di squadra, quale era stata la pallacanestro. L’incontro fortuito con ANED (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto) e ANED Sport in particolare mi apre un nuovo mondo. Conosco tantissime persone di tutta Italia che come hanno ricevuto un trapianto o che sono ancora in attesa, e che soprattutto fanno tantissimo sport! Da qui decido di entrare nella Nazionale Italiana Pallavolo trapiantati e dializzati e inizio per questo ad allenarmi in una squadra di volley locale. Con gli anni divento anche allenatore federale di pallavolo e di sitting volley in particolare, fondando la prima squadra di sitting volley di Treviso. Grazie alla Nazionale di ANED ho iniziato a girare tutta l’Italia in eventi sportivi che vogliono trasmettere l’importanza della donazione e del trapianto e anche quanto lo sport sia fondamentale per il corretto stile di vita per una persona che abbia ricevuto un nuovo organo.
Nel 2017 vinco due medaglie di bronzo nel World Transplant Games a Malaga (basket e pallavolo) e nel 2019 nei World Transplant Games mi laureo campione del mondo nel volley e bronzo nuovamente nella pallacanestro. Divengo nel 2019 anche Coordinatore Nazionale ANED Sport e ora mi impegno al massimo per poter dare a più persone possibili portatori di trapianto o in attesa di trapianto la possibilità di avvicinarsi all’attività fisica e sportiva.
Oggi continuo con la pallavolo agonistica, e faccio parte della squadra di prima divisione FIPAV del Volley Lupino (quartiere San Giuseppe di Treviso) e anche la mia attività di allenatore. Faccio parte inoltre della Commissione Veneto FIPAV del Sitting Volley e del Coordinamento Provinciale di Treviso del Comitato Italiano Paralimpico. Marito di Elena e papà di due bimbi: Matteo 13 anni cestista, e Giulio 8 anni che da poco ha iniziato con la pallavolo».