Sciopero infermieri: si ferma il reparto di Ginecologia e una sala dell'Oculistica del Cà Foncello
Nursing Up Veneto: "In piazza per chiedere salari dignitosi, maggiore sicurezza sul lavoro e un concreto riconoscimento professionale"
| Isabella Loschi |
TREVISO - E’ partita dal Veneto per arrivare a Roma la mobilitazione che coinvolge infermieri e professionisti della sanità che oggi, 20 novembre, hanno aderito allo sciopero nazionale proclamato dalle principali sigle di settore, tra le quali Nursing Up Veneto in rappresentanza delle professioni infermieristiche del nostro territorio che ha preso parte con una sua delegazione alla mobilitazione nella capitale. A Treviso lo sciopero ha impattato in particolare sul reparto di Ginecologia che ha garantito solo le urgenze e l’Oculistica dove le attività sono stati ridotte ed è rimasta attiva solo una sala delle due per gli interventi. Le altre sale operatorie sono rimaste regolarmente in funzione.
“La nostra protesta è rivolta a chiedere salari dignitosi, maggiore sicurezza sul lavoro e un concreto riconoscimento professionale di chi ogni giorno si prende cura della salute della cittadinanza - dichiara Guerrino Silvestrini, responsabile regionale di Nursing Up Veneto - Da tempo chiediamo di dare priorità alla valorizzazione degli infermieri, migliorando le condizioni lavorative attraverso un incremento della retribuzione degno di questo nome - dato che gli stipendi sono attualmente tra i più bassi d’Europa, e nel prossimo futuro sono stati previsti degli aumenti a dir poco ridicoli, circa 7 euro per il 2025 e circa 80 euro per il 2026. Di pari passo chiediamo che venga dato un più ampio riconoscimento alla professionalità infermieristica e al consolidamento del ruolo dell’oss. In un contesto come il Veneto, dove oggi mancano all’appello più di 5.500 tra infermieri e oss, occorre quindi che la politica lavori per incentivare e gratificare il personale già presente, per aumentare l’appeal della professione nelle giovani generazioni, anziché disperdere energie nell’istituzione della nuova figura dell’assistente infermiere, che non rappresenterà una soluzione alle carenze di personale, ma solo un preoccupante colpo basso alla qualità dell’assistenza sanitaria”.
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