Scoperto traffico illegale di organi in Indonesia, si organizzavano tramite un gruppo Facebook
Dodici le persone coinvolte, indagati anche ufficiali e poliziotti dell’immigrazione. Il giro di affari stimato è l’equivalente di oltre un milione e mezzo di euro.
| Nausica Dal Cin |
In Indonesia dodici persone sono state arrestate per traffico di organi umani, che avveniva attraverso un gruppo Facebook. Per ora sono 122 i donatori coinvolti, persone in difficoltà economica dopo aver perso il lavoro durante la pandemia che per soldi entravano in contatto con i trafficanti sul social network per donare un rene. Fornivano i loro dati personali, dopodiché avveniva un primo incontro presso un’abitazione a Bekasi, vicino a Giacarta, e infine i donatori venivano portati in Cambogia, dove effettuavano i controlli medici. Superati i test, venivano abbinati ai clienti compatibili provenienti da Malesia, Cina e Singapore.
Il prezzo per l’organo si aggirava sui 200 milioni di rupie indonesiane, cioè circa 10 mila euro, mentre il volume di affari stimato supera i 24.4 miliardi di rupie, l’equivalente di 1.6 milioni di euro.
Coinvolti nello scandalo ufficiali e poliziotti dell’immigrazione, fra cui l’ufficiale di polizia di Bekasi, che avrebbe aiutato i trafficanti ad evitare i controlli delle autorità in cambio di 612 milioni di rupie, ovvero 40 mila dollari. Gli arrestati sono ora accusati di aver violato la legge sulla tratta degli esseri umani e rischiano 15 anni di carcere e 600 milioni di rupie (39 mila euro) di multa.
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