Se Cassamarca non paga, meglio chiudere
Gli studenti di Cà Foscari sono chiari: "troppo fragile"
| Isabella Loschi |
TREVISO – La guerra di questi giorni esplosa tra il presidente di Fondazione Cassamarca De Poli e il rettore dell’Università Cà Foscari Carraro , per i debiti di circa 12 milioni che il primo ha nei confronti dell’Università, secondo gli studenti cafoscarini è la resa dei conti di una situazione, quella della sede di Treviso, in bilico da tempo, che rischia di naufragare.
«La sede di Treviso – scrive l’Unione degli universitari di Cà Foscari – è un oggetto fragilissimo tenuto insieme a forza di volontà e sacrifici da parte dei dipartimenti coinvolti e come sempre a pagarne le spese sono gli studenti. I dipartimenti coinvolti hanno cercato di salvare Treviso in ogni modo possibile – spiegano – spostando i docenti dalla sede centrale a Treviso e investendo talmente tante energie dal punto di vista professionale da mettere in crisi anche i corsi veneziani». Ma nel dicembre dello scorso anno è arrivata la stangata: Cassamarca ha smesso di rispettare gli impegni per i mancati dividendi di Unicredit e ha messo sul piatto condizioni critiche per Cà Foscari come l’aumento del numero di studenti a 1800, praticamente il doppio del numero iniziale. «Numeri improponibili per corsi di specializzazione come Mediazione Linguistica e Commercio Estero» - sottolinea l’Udu.
L’obiettivo di Venezia stava nella speranza di ripresa di Cassamarca e un riassesto delle casse universitarie. Ora non c’è più tempo ribadisce l’Unione degli universitari e le alternativa non sono rosee: «O Cassamarca mantiene gli impegni presi, o si cercano altri finanziamenti privati. Oppure – conclude – si possono riportare tutti i corsi Venezia, o purtroppo, mandarli ad esaurimento».