Tre mostre a Treviso per Renato Casaro, il cartellonista di Hollywood
L'artista trevigiano che ha creato le locandine dei più famosi film come L'ultimo imperatore e Il tè nel deserto, compirà 85 anni lunedì prossimo.
| Lieta Zanatta |
Se fosse nato in Gran Bretagna, uno con i suoi trascorsi e i suoi successi sarebbe stato nominato Baronetto dalla Regina Elisabetta II da un pezzo.
Ma Renato Casaro è nato in Italia, e un giusto riconoscimento alla sua carriera e alla sua impronta artistica nell'illustrazione che ha lasciato profonda nel mondo del cinema hollywoodiano, è arrivato negli ultimi due anni, alla soglia delle 85 primavere, che compirà lunedì prossimo 26 ottobre.
Casaro un po' è preoccupato che l'impennata dei contagi di questa pandemia comprometta il lavoro di due anni di preparazione alle tre mostre che Treviso, la città dove è nato, gli dedica nelle sedi più prestigiose della città a partire dal 6 novembre. “Speriamo che tutto prosegua per come è stato progettato” palesa con voce speranzosa l'artista.
Sue realizzazioni sono i manifesti e locandine che sono stati l'icona immediatamente riconoscibile dei film campioni d'incasso mondiali al botteghino, come Un tè nel deserto, C'era una volta in America, Amadeus, La Storia infinita, Rambo 2, Il nome della Rosa, L'ultimo imperatore, Nikita, solo per citarne alcuni. E pure quella famosa immagine di Balla coi lupi, il film di e con Kevin Costner, dove l'attore fa il gesto di passarsi sul volto i colori di guerra come un indiano nativo. “Alla prima visione del film – ama ricordare Casaro – quando incontrai Costner, mi sorrise e fece proprio il gesto di tingersi il viso, come lo avevo immaginato e poi disegnato”. Un aneddoto tra i tantissimi vissuti nella Mecca del Cinema e narrati nel docufilm L'ultimo uomo che dipinse il cinema, che il regista Walter Bancini gli ha dedicato proprio quest'anno.
Per il resto, questa triplice mostra “Sarà una sorpresa anche per me, perché non so come sarà allestita dai curatori Roberto Festi, Eugenio Manzato con Maurizio Baroni”. Ma la soddisfazione più grande, è quella che questa mega esposizione diverrà itinerante. L'anno prossimo farà tappa - obbligata - a Cinecittà, da dove è partita la sua sfolgorante carriera, e poi si avvierà verso Monaco di Baviera. E' entusiasta: “Non vedo l'ora di assaporare la gioia di vedere i lavori fatti in vita esposti nella mia città”. Un omaggio che finalmente Treviso tributa a uno dei suoi illustri e talentuosi figli.
Mostra di San Gaetano
Balla coi lupi è un film molto caro a Renato Casaro, tanto che, nella prima mostra al complesso di San Gaetano, Dall'idea al manifesto che verrà inaugurata il 6 novembre (e visibile fino al 30 settembre 2021), il manifesto del film è uno dei soggetti scelti per dimostrare al pubblico come nasce una locandina. L'esposizione infatti è la parte didattica di questo grande progetto, dove far vedere nelle varie sequenze come si contattano le case di produzione, come si inizia ad abbozzare un disegno, dagli schizzi alle varianti (che venivano spesso richieste in corso d'opera dai committenti), come lo si perfeziona e colora, fino all'inserimento del lettering, che una vola si faceva manualmente, e infine la stampa. Tutto questo per illustrare questo lavoro così particolare di pochi artisti così come avveniva degli anni '90, prima che la grafica al computer sostituisse la bellezza unica della manualità fatta di idee, matite e pennello.
Mostra di Santa Caterina
Tra le mura del museo di santa Caterina ci sarà invece l'esposizione Treviso, Roma, Hollywood, visibile dal 6 novembre al 28 febbraio 2021, che ripercorrerà la gavetta e le tappe fatte da Casaro per arrivare a conquistare registi come Jean Jacques Annaud, Ingmar Bergman, Costa Gavras, Bernardo Bertolucci, Sergio Leone, Francis Ford Coppola, Quentin Tarantino e molti altri. Pensare che la sua passione per il cinema lo aveva spinto, sin da ragazzo, a disegnare e dipingere le sagome che venivano messe negli atri dei cinema Teatro Garibaldi ed Esperia di Treviso che pubblicizzavano i film in visione. In cambio, lui poteva vederne la proiezione gratis. A 19 anni parte per Roma per imparare i trucchi del mestiere nello studio di Augusto Favalli. Firma il suo primo manifesto, Criminali contro il mondo, a soli vent'anni. Dopo solo un anno e mezzo si mette in proprio e comincia a lavorare con Cinecittà, che in quegli anni produceva a ciclo continuo film del genere storico, peplum e noir. Agli inizi degli anni '60, il felice sodalizio con Sergio Leone: sue sono le locandine degli spaghetti western più famosi come Per un pugno di dollari. Lavora moltissimo, la carriera prende il volo, arriva a Hollywood negli anni '80 e ci resta fino a agli inizi degli anni '90, quando il manifesto artistico fatto a mano cede il passo al computer. Nel mezzo sono più di un migliaio di locandine. La mostra, realizzata grazie all'impegno del Comune di Treviso, ne documenta 170.
Mostra di santa Margherita
E' qui che sarà la parte più corposa della mostra, anche perché, dopo decenni in stato di abbandono, si sta ancora lavorando di lena nel restaurare l'edificio religioso davanti al Sile affinché sia pronto per la terza parte della mostra di Casaro dal titolo L'ultimo cartellonista, da inaugurare il 5 dicembre e visibile fino al 30 settembre 2011. Qui uno spazio didattico è dedicato soprattutto ai più giovani, che potranno comporre e creare il loro manifesto cinematografico personale. Una sezione è prevista per gli ipovedenti, con la celebre riproduzione tridimensionale dell'immagine de Il tè nel deserto.
I lavori in corso a Santa Margherita.
Chiunque passi davanti a Santa Margherita, può notare il fervore che anima il cantiere in cui è ingabbiata la chiesa duecentesca. I restauri dell'imponente complesso dovranno essere finiti in tempo per permettere di inaugurare la mostra di Casaro del 4 dicembre. Santa Margherita sarà infatti destinata a diventare la vera casa della Collezione Salce, la più importante raccolta italiana di affiches, manifesti pubblicitari, con i suoi oltre cinquantamila pezzi. La chiesa si estende lungo una navata di 42 metri e larga 14,25 metri; se si include anche la zona absidale si arrivano a 48,96 metri.
Nel mezzo del corpo dell'edificio è stato costruito un enorme parallelepipedo di cemento suddiviso in tre parti. Al piano terra sono conservati tutti i manifesti Salce all'interno di contenitori blindati, gestiti da un sistema meccanico computerizzato che è in grado di trovare e pigliare l'affiche e consegnarla allo studioso o al curatore artistico che la ha richiesta. Un sistema che è stato progettato ex-novo proprio per Santa Margherita. Invece lo spazio sopra il muro di cemento è destinato ad essere usato per le esposizioni anche perché scenograficamente unico. Si potrà ammirare la capriata della chiesa, proprio perché ravvicinata e illuminata dalla luce proveniente dal rosone, dalle finestre e dal grande arco dell'abside. Tra i due livelli, ci sarà il piano dedicato agli uffici.
Attorno al parallelepipedo ci sono i corridoi di passaggio, mentre nella parte che riguarda l'abside e le cappelle laterali sono stati recuperati i brandelli di affreschi e decorazioni che una volta adornavano completamente le pareti. Questi spazi verranno impiegati per esposizioni multimediali. Va ricordato che proprio qui l'abate Luigi Bailo scoprì nel 1882 il ciclo degli affreschi di Tommaso da Modena dedicato a Sant'Orsola, che ora si trova esposto nell'auditorium del museo civico di santa Caterina. Verrà anche recuperato dall'abbandono l'area del chiostro, con il ripristino del bel porticato sorretto dal colonnato. Qui c'era il monumento funebre a Pietro Alighieri, il figlio di Dante sepolto il 29 aprile 1364, ora nella chiesa di san Francesco. Tutto lo spazio verrà lastricato e recuperato per eventi all'aperto.
Il restauro delle chiese di santa Margherita e di san Gaetano ha richiesto 7 milioni di euro finanziati dal Mibact – Ministero dei beni e le attività culturali e per il turismo - con un contributo della Regione Veneto.