MOGLIANO - "Sono rifugiati di guerra, due mamme con tre figli. Giravano da due giorni in auto e ho chiesto a Stefania (la moglie, ndr) cosa ne pensasse: mi ha detto subito di sì, senza nemmeno conoscerli".

Così il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha commentato la sua iniziativa di ospitare in casa propria a Mogliano cinque profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. Il primo cittadino veneziano ha spiegato che quando li ha accolti in casa "erano stremati. Non è semplice comunicare, perché parlano solo ucraino, a parte un ragazzo di 16 anni che conosce l'inglese. - ha spiegato - Mangiamo insieme, ma cerchiamo di non parlare di guerra, io guardo i telegiornali di nascosto. Sono persone che avevano un lavoro e una casa, e sono scappate dalle bombe. Mi hanno chiesto di poter lavorare subito, ma per il momento è presto. Il primo step è quello di rasserenarli, per quanto possibile".

"Lo racconto perché vorrei testimoniare la felicità che dà accogliere qualcuno in questo momento di difficoltà; - ha detto - le istituzioni devono appoggiare il popolo ucraino e trovare percorsi, ma invito chi può ad ospitare in casa propria".

In un commento a parte, ha precisato: "Dobbiamo essere sinceri e dire che il popolo russo non c'entra nulla. C'è gente che pur con leggi durissime, che prevedono anche 15 anni di carcere, manifesta. La colpa della guerra è di chi comanda".

E lancia un appello diretto alla Cina: "Spero che facciano intervenire i propri caschi blu, - ha detto - così si fermerebbe tutto. Da una parte darebbero garanzie ai russi, perché la Nato non interverrebbe, dall'altro salverebbero molte vite umane". "Se la Cina vuole essere primo attore a livello mondiale, - ha concluso Brugnaro - deve prendersi carico della situazione, visto che con la Russia ha alleanze particolari e storiche. Darebbe una grande dimostrazione al mondo".

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