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04 febbraio 2025

Treviso

Un bosco urbano nell'area dell'ex consorzio agrario

La proposta di Impegno Civile al governatore Zaia per il recupero dell'area abbandonata

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Un bosco urbano nell'area dell'ex consorzio agrario

TREVISO - Contrastare l’inquinamento atmosferico creando un bosco urbano nell’area dell’ex-consorzio agrario al Ponte della Gobba. E’ questa la proposta avanzata dal gruppo consigliare Impegno Civile per realizzare un polmone verde lungo la circonvallazione esterna della città di Treviso.

“L’area di 22.000 metri quadrati dell’ex-consorzio di viale NIno Bixio,potrebbe rappresentare un vero e proprio punto di snodo per i “cunei verdi” della città perché si  trova sulle rive del Sile, è situata di fronte alla zona verde dei giardinetti di via Tasso ed a poca distanza dal punto di inizio della “restera” sulla riva sinistra del fiume - spiegano gli esponenti di Impegno Civile - e potrebbe costituire il punto di partenza di un “percorso verde” che, passando per lo scalo Motta e la ex-caserma  Salsa, arriva al parco della Storga”.

Il complesso ex consorzio agrario è di proprietà della Regione, per questo i rappresentanti di Impegno Civile, Giovanni Negro, Titta Casagrande, Tino Zandigiacomi e Luigi Calesso, hanno scritto al governatore del Veneto Luca Zaia per illustrare il progetto e chiedere di cedere l’area: “Ci rivolgiamo a lei perché il complesso dell’ex-consorzio agrario è di proprietà della Regione e le chiediamo di cederlo ad un prezzo simbolico alla città di Treviso perché possa realizzare il “bosco urbano”".

"Siamo consapevoli che l’area è oggetto di un piano di recupero approvato dal Comune di Treviso e che, quindi, il suo valore nel bilancio della Regione è legato alle volumetrie residenziali, commerciali e direzionali che sarebbe possibile realizzare - scrivono - Sappiamo anche, però, che la vendita di questo tipo di aree a Treviso è tutt’altro che semplice, visto che in città ci sono già circa 4.000 alloggi vuoti e che, quindi, il valore di 5.000.000 euro assegnato al complesso nella contabilità regionale è poco più che una vaga speranza”. “E’ evidente, infine, che lo stato di abbandono degli edifici dell’ex-consorzio costringerà – in tempi piuttosto brevi – ad interventi di messa in sicurezza e di consolidamento necessari per evitare che mura e tetti cadenti costituiscano un problema per la sicurezza dei cittadini. E questi interventi peserebbero economicamente sul bilancio regionale”.

Se la Regione, quindi, cedesse la proprietà dell’area al Comune - continua la lettera - potrebbe evitare delle spese quasi certe mentre rinuncerebbe ad un introito destinato a rimanere “sulla carta”. Questa cessione permetterebbe, per la prima volta nella storia di Treviso, di far ritornare verde un’area edificata, invertendo la tendenza al consumo di territorio che così drammaticamente ha caratterizzato negli ultimi decenni la nostra città come l’intero Veneto e di dare un contributo concreto all’incremento del patrimonio arboreo che si traduce, oggi più che mai, in un miglioramento della salute dei cittadini”.

 



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Isabella Loschi

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