Un festival per sapere
Ezio Pederiva organizza la seconda edizione del Festival del Sapere. Per andare oltre – e insieme – all’Intelligenza artificiale
Ai giovani dico “Siate curiosi e appassionati, non smettete mai di porvi dubbi e domande rispetto alle vostre conoscenze e ai vostri approcci”. Dopo un primo anno “sperimentale”, con riscontri molto positivi, quest’anno il Festival del Sapere si amplia. 12 ospiti tra gennaio ed aprile, con un ospite speciale il 4 aprile che sarà annunciato a breve.
Nato nel 1970 nel Quartier del Piave, Ezio Pederiva, dopo aver completato gli studi agrari ha conseguito prima una laurea specialistica in Filosofia e poi una seconda laurea magistrale in Antropologia. Attualmente si occupa della gestione della Biblioteca di Sernaglia e dell’organizzazione, per conto dell’Amministrazione Comunale, del “Festival del Sapere”
Quando nasce il festival, e con quale obiettivo?
Il festival nasce lo scorso anno (tra gli ospiti il filosofo Galimberti, la scienziata Elena Cattaneo e il climatologo Mercalli). È una rassegna la cui intentio è quella di aprire più porte sulla contemporaneità, toccando diversi ambiti del sapere e del vivere e parlando diversi linguaggi, in quanto credo che, riprendendo le parole di Edgar Morin, “La nostra società è una società complessa (…) Una società che riflette la complessità umana”. In un contesto territoriale come il nostro, di ridotte dimensioni, è difficile e limitante pensare di creare un festival ad indirizzo unico, centrato su un tema specifico. Bisogna cercare di avvicinare più persone possibili, toccando quindi una molteplicità di temi. E vogliamo parlare a più generazioni, favorire la condivisione di messaggi per contribuire ad una crescita collettiva.
Crede che i giovani stiano perdendo interesse rispetto all’attualità e, più in generale, alla cultura?
Dipende da come ci si approccia a loro, quindi dalle tematiche che si toccano e soprattutto da come le si affrontano. Ad esempio, la proposta di approfondire il dibattuto tema dell’intelligenza artificiale, avvalendosi di una autorevole e stimata relatrice capace di dialogare empaticamente è stata molto apprezzata. E affrontare una tappa del percorso di emancipazione sportiva femminile dialogando con Sara Simeoni è stato un immergersi in una emblematica storia di vita.
Quanto sono importanti le collaborazioni scolastiche nella divulgazione di questo progetto?
Molto. Per stimolare le/i ragazze/i ragazzi partiamo dalle scuole. Attualmente abbiamo accordi con l'Istituto Casagrande di Pieve di Soligo, il Verdi di Valdobbiadene e il Comprensivo di Sernaglia. Le scuole sono decisive nell’ offrire la possibilità ai giovani di partecipare a questi eventi, senza costrizioni, cercando però di sostenerli nell’esser sempre più curiosi. Il meta-messaggio che vogliamo veicolare è: tutto ci riguarda! direttamente o indirettamente. Scoprire e capire nuove cose, e ridefinire conoscenze acquisite, può rendere il nostro agire (e il nostro vivere) più consapevole, più costruttivo e più libero.
Filippo Tonello