Vittorio Veneto? Un inferno!
Satira social sul comune. La città diventa l’inferno di Tonon. E ci siamo anche noi
| Emanuela Da Ros |
VITTORIO VENETO - Sarà infernale, ma è piuttosto divertente. L’associazione tra l’Inferno dantesco e il comune di Vittorio Veneto, pubblicata sulla pagina Fb “Sei di Vittorio Veneto se...senza censura”, trasforma la città in un baratro dell’aldilà dove si trova proprio tutto: da Bastanzetti (che occupa tutti i cinque cerchi dei lussuriosi, degli avari e dei prodighi, degli iracondi e degli accidiosi), ai “locali del centro” posti tra indovini e ladri, ai “consiglieri comunali”, sistemati in odor di “seminatori di discordie”, ai “nasapaste”, a Oggitreviso, inghiottito in quel nono cerchio che è chiuso come un tappo da Conegliano, visto come il Lucifero locale.
Nell’immagine riveduta e (s)corretta da Monte Antares, che ha pubblicato il post poche ore fa, la porta dell’inferno vittoriese coincide col Traforo, lambito non dall’Acheronte, ma dal Meschio. Nell’antinferno vittoriese Monte Antares pone anche Peo e il Ceis, ma è solo nell’inghiottitoio più oscuro (che nell’immagine satirica rappresenta metaforicamente l’amministrazione Tonon) che si trovano i tipici connotati vittoriesi: le “vasche”, Zheneda, Piazza Meschio, il “brolo” di San Giacomo e Victor.
Sulla superficie della voragine aggettano il parco Papadopoli, il Castrum di Serravalle e la sagoma stilizzata di un ignaro Monte Visentin.