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20 febbraio 2025

Vittorio Veneto

«Italiano, ma senza assistenza sanitaria»

Il 66enne racconta il suo caso, l’Usl 7 replica

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

«Italiano, ma senza assistenza sanitaria»

CORDIGNANO – Cittadino italiano, un passato da lavoratore, prima come dipendente poi come imprenditore, in Germania, quindi il rientro in Italia e la scoperta che non ha più diritto alla copertura dal sistema sanitario italiano. D.N., 66enne di Cordignano, se sta male deve pagare, medico, visite e analisi. Non ha il tesserino sanitario, né un medico di famiglia a cui rivolgersi. Ma l’Ulss 7 replica: «E’ stata una sua scelta, fatta in Germania, dove non ha versato i contributi al sistema sanitario nazionale tedesco preferendo un’assicurazione privata».

 

«Dal 1972 al 2008 ho vissuto in Germania – racconta il 66enne – dove, fino al 1980 ho fatto l’operaio, poi mi sono messo in proprio. Fino al 2008 sono stato iscritto all’Aire (cittadini italiani residenti all’esterno ndr), poi quando sono rientrato in Italia mi sono cancellato da questa anagrafe. Ho chiesto la tessera sanitaria e mi hanno fatto difficoltà perché dicevano che andava chiesta in Germania. Sono riuscito ad ottenerne una, ma provvisoria. Questo fino a martedì scorso quando sono stato contattato dall’Ulss 7 che mi ha spiegato che, non avendo mai versato i contributi per l’assistenza sanitaria in Germania, non avevo diritto ad avere ora in Italia, pur essendo un cittadino italiano, la tessera sanitaria. Così se mi succede qualcosa devo pagare tutto di tasca mia. Sono un pensionato, prendo dalla Germania dove ho lavorato 158 euro ogni tre mesi. E’ vero che quando lavoravo in Germania avevo un’assicurazione sanitaria privata, ma questa è una sacrosanta ingiustizia. Il punto è che nel nostro Paese chi delinque viene premiato ed ha pure l’assistenza sanitaria. Anche i richiedenti asilo ce l’hanno. Sono andato all’estero a lavorare, ho riportato i soldi in Italia e ora mi tocca chiedere l’elemosina?».

 

Sul caso, queste le precisazioni dell’Ulss: «Quando il signore ha lavorato in Germania ha scelto di non versare i contributi al sistema sanitario nazionale tedesco, interscambiabile con quello italiano, bensì ha optato per un’assicurazione privata. Al ritorno in Italia si ha diritto alla copertura del sistema sanitario nazionale solo se si hanno versato i contributi, così come stabilito dalla normativa. Se invece si è optato per un’assicurazione privata, si è tenuti a sostenere le spese. Sono state date al signore due possibilità: iscriversi al sistema sanitario nazionale italiano versando un contributo annuo calcolato sul proprio reddito o stipulare un’assicurazione sanitaria. I nostri uffici – conclude l’azienda – sono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento».

 



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Claudia Borsoi

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