A Castelfranco un ambulatorio sociale dedicato agli ultimi e invisibili
Dopo Montebelluna, anche la città del Giorgione ha attivato un servizio destinato a chi è in difficoltà economiche e sociali, la cosiddetta "povertà sanitaria".
CASTELFRANCO - È attivo anche a Castelfranco un ambulatorio di prossimità, pensato e gestito per poter fornire assistenza sanitaria gratuita alle persone in difficoltà socio-economica. Dopo Montebelluna, quello della città del Giorgione è il secondo ambulatorio attivato grazie delibera regionale, che ha aperto alla sperimentazione di questo tipo di servizio.
L’ambulatorio, situato presso il padiglione K dell’ospedale San Giacomo, è aperto ogni venerdì dalle 17 alle 19 e nasce dalla convenzione stipulata tra l’Ulss 2 e le organizzazioni di volontariato “Cittadini ovunque” di Castelfranco e “Cittadini volontari” di Montebelluna, con il sostegno del Centro Servizi per il Volontariato di Belluno e Treviso.
Grazie a questa iniziativa, medici e infermieri possono offrire le proprie competenze a titolo volontario in favore di tutte quelle persone in condizione di povertà sanitaria e a coloro che sono privi del medico di base (immigrati irregolari, persone senza fissa dimora, anche italiane). Si tratta di una fetta di popolazione stimata tra le 1500 e le 2mila persone nel solo distretto asolano dell’Ulss 2, alle quali va aggiunto un numero decisamente maggiore di cittadini che, pur avendo il medico di base, hanno difficoltà di accesso alle cure, per motivi economici, culturali, sociali o di mobilità.
Commenta Augusto Cusinato, di “Cittadini ovunque”: “Questa struttura si rivolge a stranieri e comunitari irregolari e a tutti coloro che non possono dimostrare una residenza ufficiale che consentirebbe di usufruire del Sistema sanitario nazionale. Come associazione abbiamo lavorato due anni per arrivare a questo risultato, poi per fortuna è intervenuta la delibera regionale che ha dato il via libera”.
Il servizio, che vede al momento attivi sei medici e quattro infermieri, sarà sicuramente incrementato nel prossimo futuro, come spiega Giampaolo Piaserico, coordinatore dei medici volontari di Montebelluna: "Siamo partiti due settimane fa e abbiamo già 24 pazienti. Sono di diverse nazionalità, c'è anche qualche italiano, ma la maggior parte proviene dall'Ucraina". Difficoltà linguistiche, unite anche al fatto che molte di queste persone sono sconosciute al sistema nazionale, rappresentano una sfida che il sistema sanitario e sociale locale ha voluto cogliere per vincere e garantire un futuro migliore a tutti i pazienti, anche quelli invisibili.