«Riaprite ortopedia a Castelfranco». Il grido d'allarme del PD castellano per far fronte all'aumento delle liste d'attesa
La pandemia sta causando gravi problemi nella gestione dei ricoveri non-Covid. Le critiche del Pd castellano
CASTELFRANCO - In un periodo che vede ospedali e personale sanitario di tutta la Marca sotto pressione per l’emergenza della pandemia da Covid 19, nella parte occidentale della provincia di Treviso sta accadendo quello che era stato preannunciato da più parti: la sofferenza degli ospedali di Castelfranco e Montebelluna.
In linea con il riassestamento della sanità regionale operata negli ultimi anni, i nosocomi delle due città, verso i quali gravitano circa 250mila abitanti, operano come un nucleo “spoke”, ossia un unico presidio ospedaliero diviso su due sedi, dividendosi tra loro alcune specialità di base, con chiusure di reparti in entrambi gli ospedali (ad esempio ortopedia a Castelfranco).
Una simile riorganizzazione è messa a dura prova in questo periodo, come riportato dal PD Castellano, che, per voce della segretaria Teresa Spaliviero, dichiara: «Al disagio provocato della pandemia, si aggiunge quello legato alla soppressione di interi reparti del nostro ospedale e alla saturazione dei posti letto rimasti per accogliere i pazienti trasferiti da Montebelluna. Di conseguenza si registra un importante rallentamento delle cure e ricoveri non-Covid dei nostri concittadini».
Il problema risiede nella scelta di indirizzare i ricoverati per Covid unicamente nell’ospedale di Montebelluna, dove si sono registrati casi di contagio tra il personale medico di ortopedia, in breve dimezzato (6 contagiati su 12 specialisti). Dato il repentino aumento della lista d’attesa, l’Ulss ha dovuto dirottare parte degli interventi programmati verso il Ca’ Foncello di Treviso, anch’esso in difficoltà per l’epidemia, chiedendo inoltre all’Istituto oncologico veneto (IOV) di Castelfranco di fornire un aiuto suppletivo.
«Sappiamo benissimo che si tratta di una presa in giro» commenta Spaliviero, che aggiunge: «Lo IOV, giustamente, si occupa di pazienti oncologici e non può occuparsi di tanto altro, essendo un istituto di cura e di ricerca sottoposto al rigido monitoraggio regionale e ministeriale. La soluzione dell’Ulss è solo un palliativo: è invece necessaria la riapertura del reparto di ortopedia di Castelfranco il prima possibile. I fatti dimostrano come la decisione di sopprimerla sia stata avventata e totalmente sbagliata».